Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
La limpidezza del sentimento sullo sfondo di un mondo torbido. A pervadere l'animo di Guido è la potente perfezione dell'amore ideale ed inappagato, a cui la sovrapposizione col dolore imprime un sigillo d'eternità. Questo film è un melodramma nobile, in cui il cuore rivolge verso il cielo i desideri che sulla terra non possono essere esauditi. Il seguito de "I figli di nessuno" è una storia di espiazione e rimedio che, con l'apparente ritorno di Luisa, le nozze celebrate in extremis e il nuovo nato che prende il posto del figlio morto, si sviluppa lungo la delicata soglia tra l'aldiquà e l'aldilà, ossia tra la vita e la morte, tra il mondo libero e lo spazio racchiuso dalle mura di un carcere o di un convento. "L'angelo bianco" è un'opera splendidamente irreale, fatta per credere e sognare; e l'obiettivo di Matarazzo è come un cristallo rifrangente, attraverso il quale l'esistenza ed il destino ci appaiono un po' come sono, un po' come vorremmo che fossero.
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