Regia di Pippo Delbono vedi scheda film
Un tappeto di rose allestito per commemorare Pina Bausch è la prima immagine di Amore carne, un viaggio intimo e insieme universale che Pippo Delbono dedica idealmente all’amica scomparsa nel 2009. Il suo film è un’elegia del corpo e della rabbia con cui l’attore e regista ligure, celebre per il suo teatro sperimentale e in prima persona, fisico e spirituale come la danza della Bausch, affronta la vita dal giorno in cui risultò positivo all’HIV. Proprio da un nuovo test, rifatto nonostante la certezza dell’esito, Delbono comincia il suo sofferto percorso, filmato con un cellulare e una videocamera full HD per registrare senza filtri città e luoghi visitati (Parigi, Torino, l’Aquila prima del terremoto) e persone incontrate: la madre, un anziano signore, Irène Jacob, Marisa Berenson, Tilda Swinton, Marie-Agnès Gillot e Bobò, il matto sordomuto e analfabeta diventato compagno di scena… Delbono è sempre lì, corpo davanti e dietro l’obiettivo e soprattutto voce sopra le immagini, parola che si fa teatro e scandaglia interrogativi e paure con una tonalità impostata eppure viva. In un flusso libero di riflessioni, poesia e musica (Pasolini, Rimbaud, Eliot, Laurie Anderson), Delbono racconta se stesso per spiare gli altri, ruba attimi di vita altrui per regalarne mille della propria, nel tentativo di evocare quello che la meravigliosa Ballata delle madri di Pasolini, recitata sulle immagini della madre, chiama il «selvaggio dolore di esser uomini».
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