Regia di Tomás Lunák vedi scheda film
Il buon vecchio rotoscopio sa farsi valere anche nell'era tridimensionale. Nel caso di Alois Nebel, poi, i contorni bianconeri inseriti nel delicato contesto storico-onirico incidono sull'impatto visivo con un'immediatezza ancor più superiore di quanta ne susciterebbero novità e diavolerie tecnologiche dell'ultim'ora. L'esordiente Lunák adombra di estetica fumettistica una revenge-novel che affonda le proprie radici nella Storia dell'Europa facendosi carico di evocazioni notevoli. Gli infiniti contrasti cromatici della pellicola sussurrano desideri di una possibile rivalsa: è stata attesa per anni, ma ha ormai perso potere consolatorio. Nel background c'è un sovraccarico di tematiche e velleità che il film non riesce a trattare e smaltire; un peso che talvolta (o meglio quasi sempre) è fatale, ma non qui. Merito della suggestività: colori e movimenti ipnotizzano quanto basta a distrarre l'intelletto dai fini autoriali. Chi è capace di saziarsi con le "sole" immagini potrà chiudere un occhio per fingere di non vedere ciò che è colpevolmente rimasto a monte delle intenzioni.
pullula di spunti pretenziosetti, ma sprigiona anche un fascino irresistibile
luci e ombre, ma possiede un tocco invidiabile
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta