Regia di Guido Brignone vedi scheda film
Nel segno di Roma è uno dei tanti peplum che a quei tempi Cinecittà sfornava a raffica; di positivo ha una discreta produzione, che riesce a mettere insieme Anita Ekberg (non esattamente una grande attrice, ma certo un nome di richiamo per il pubblico), l'esperto del genere Georges Marchal, Folco Lulli e, in una particina, Gino Cervi; inoltre ci sono il montaggio di Nino Baragli, la fotografia di Luciano Trasatti e la sceneggiatura firmata da Sergio Leone (ancora semisconosciuto), Giuseppe Mangione, Francesco De Feo, Francesco Thellung e del regista Brignone. Ma proprio su quest'ultimo verte la curiosità principale legata al film: è molto più che una leggenda, infatti, quella che lo vuole sostituito da Michelangelo Antonioni (ai tempi impegnato nella preparazione de L'avventura, fra l'altro) per motivi di salute. Brignone in effetti morirà poco dopo l'uscita del film. La stima nei suoi confronti, da parte dei colleghi, era tanto alta che anche un altro grande nome si fece avanti per aiutarlo a portare a termine il lavoro: Riccardo Freda, che diresse le scene di battaglia e che però a differenza di Antonioni viene accreditato, con tale ruolo, nei titoli di testa. Al di là di queste curiosità, a ogni modo, rimane ben poco di Nel segno di Roma, prodotto da botteghino e dalla fortuna effimera, destinata a svanire molto presto come tutti i lavori di questo filone. 4,5/10.
Una battaglia fra siriani e romani vede i secondi soccombere. La bella regina di Siria, Zenobia, viene però catturata dal console romano Marco Valerio: ma fra i due scatta la scintilla dell'amore.
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