Regia di Renato Polselli vedi scheda film
Polselli aveva già dato il suo meglio (=peggio) nei primi ’70; arriva pertanto stanco alla fine del decennio, mettendo in scena alla sua maniera (cioè disastrosamente) questa sceneggiatura del mediocre autore Bruno Vani (ricordiamolo per Quei paraculpi di Jolando e Margherito: sarà il modo migliore per non rimpiangerlo), con il solito cast di interpreti canini, fra i quali spiccano Mirella Rossi, Tony Matera, Iolanda Mascitti (tutti nomi spesso utilizzati in quel periodo dal regista) e pure un certo Giovanni Pezzoli: omonimo del batterista degli Stadio o effettivamente lui? Il tuffo a sprofondare nel mondo delle sedute spiritiche e dell’esoterico è prevedibilmente risibile: non solo perché non c’è la necessaria tensione per una storia che si presume essere un thriller, ma perchè mancano proprio le basi tecniche per poter definire questa pellicola quantomeno ‘dignitosa’. Montaggio, inquadrature, recitazione, luci, colonna sonora: è difficile persino scegliere su chi o cosa accanirsi per primo. Tanto vale lasciar perdere tutto. Casa dell’amore… la polizia interviene delude soprattutto perché si prende un po’ troppo sul serio, almeno rispetto agli standard di Polselli: in questa maniera non scaturisce neppure la scintilla dell’autoironia, capace di tramutare in godibile trash un lavoraccio a basso budget realizzato maldestramente. 1/10.
Una seduta spiritica, in una casa di campagna, si trasforma ben presto in un'orgia. Segue escalation di violenza.
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