Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
E' il primo lungometraggio diretto da Fernando Di Leo, fino a ora principalmente sceneggiatore (è risaputo che partecipò, pur non accreditato, alla stesura dei copioni di Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più); qualche anno più tardi il regista troverà nel poliziesco il suo genere, codificandone addirittura la via italiana (da Milano calibro 9 in poi). Per il momento si limita a fare il possibile con i pochi mezzi a disposizione: scrive una sceneggiatura - insieme a Enzo Dell'Aquila, con cui in quegli anni collaborava spesso - per un film di guerra piuttosto convenzionale, lo dirige senza particolari virtuosismi, nè danni di sorta, e fa in modo che il risultato complessivo non sfiguri eccessivamente, nonostante un cast tecnico di perfetti sconosciuti (unica eccezione: Joe D'Amato/Aristide Massaccesi operatore alla macchina) e interpreti non eccelsi (i nomi principali sono Nino Castelnuovo, Peter Van Eyck, James Daly, Gianni Garko; in un ruolino c'è anche Gino Santercole). Del futuro Di Leo si intravede già il compiacimento nel mettere in scena la violenza, non soltanto quella materiale nell'esposizione di sangue e cadaveri, ma anche quella intrinseca dell'uomo: sebbene sia evidente che il film 'parteggi' per gli americani e contro i nazisti, neppure i primi ne escono granchè bene dal punto di vista morale. L'intreccio è comunque risaputo e certi dialoghi fanno cadere le braccia per la loro ingenua banalità. 3/10.
Un battaglione americano è impegnato nella missione Rose rosse, la cui finalità è recuperare un preziosissimo memorandum nelle mani dei nazisti.
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