Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
E così, l'uomo c'è riuscito: alle 4 e 44 circa del mattino successivo - annunciano i tg - l'atmosfera terrestre andrà in poltiglia a causa dell'inquinamento globale. Moriremo tutti. La serata e la nottata scorrono infinite fra litigi, riappacificazioni, rimpianti, riavvicinamenti e soprattutto ricerca del piacere a ogni costo, in ogni modo.
L'idea è semplice, ma soprattutto abusata: la fine del mondo e l'estinzione della razza umana in imminente arrivo. Cosa succederebbe in una simile situazione? Ovvio: ciascuno ritornerebbe profondamente egoista e soltanto al sopraggiungere di un momento di sconforto si abbandonerebbe alla ricerca dell'altro; Abel Ferrara - regista e sceneggiatore - dice tutto questo e quanto ne consegue (la disperata volontà di procurarsi piacere: sesso, alcol, droga; la follia suicida che si scatena come massima esibizione della volontà di continuare a vivere; la religione messa a nudo per ciò che è: un estremo, impalpabile conforto) con estrema linearità, analizzando da vicino la serata e la nottata di un uomo di mezza età e della sua giovane compagna. Lui è frenetico, lei apparentemente calma; ma lui non ha alcun punto di riferimento nella sua esistenza (per ritrovare sè stesso va continuamente in cerca degli altri), mentre lei si dedica - come voleva sua madre, da sempre - alla creazione artistica, dipingendo tutto il tempo: ecco già una piccola rivelazione in più, autobiografica naturalmente: l'arte basta a sè stessa e rende la vita piena, degna. Pochi interpreti e ben scelti per questa pellicola dalla durata breve (neppure ottanta minuti) e dalla trama intensa di avvenimenti; la coppia centrale di protagonisti è quella formata da Willem Defoe e Shanyn Leigh; in ruoli marginali compaiono Deirdre McDowell e Anita Pallenberg. Muriel Sprissler Dafoe è accreditata nella comparsata in qualità di madre del protagonista: presumibilmente si tratta della vera madre di Willem. 5/10.
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