Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Nella mente di Abel Ferrara le ultime ore del nostro mondo , del mondo a noi conosciuto, scorrono lentamente senza eccessi .
Da qualche parte si verificheranno certamente disordini ma non qui.
Qui non viene presa in considerazione l'isteria generale , c'è quasi un senso di rassegnazione , una calma così reale , vera , che allontana completamente il film dai disaster movie a cui siamo abituati ultimamente.
Protagonisti assoluti due amanti che trascorrono il tempo rimasto facendo l'amore e assaporando il piacere di vivere ogni istante uno con l'altro.
In sottofondo le immagini e le parole che arrivano dal televisore, unico contatto col mondo esterno ( fantastico il sovrapporsi dei dialoghi ! ).
La calma apparente e tutto sommato labile che avvolge i protagonisti e noi con loro, si incrina inaspettatamente non tanto per la paura della morte, ma a causa di dubbi ed insicurezze legati alla vita, quella vita di tutti i giorni che non avranno più.
E così il regista con questo lavoro prende in considerazione il fatto che anche di fronte alla fine l'unico modo in cui affrontiamo il disastro rispecchia la nostra esistenza, il nostro modo di vivere la vita, i problemi irrisolti, i conflitti, le frustrazioni, le incertezze e le convinzioni, fino all'ultimo ci fanno compagnia, non siamo in grado di fare altrimenti ; è addirittura assurdo ma è così, continuiamo a struggerci per cose che di lì a poco non esisteranno più.
Scegliere di affrontare il domani lucidamente mostrando di avere le palle e guardare in faccia la morte.
Stordirsi con alcool e droghe per non pensare.
Trascorrere gli ultimi istanti facendo semplicemente ciò che ci rende felici e ci appaga.
Suicidarsi senza clamore ed in assoluta solitudine.
Discutere su di un possibile altro mondo e sul perchè si è arrivati alla fine di questo.
Inveire contro la ex moglie su come e perchè si è stati traditi.
La gelosia dell'amante.
Tutto come ogni giorno, come se non fosse l'ultimo.
Ottima l'interpretazione di Willem Dafoe e Shanyn Leigh.
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