Regia di Ann Hui vedi scheda film
Un film che arriva da lontano, non solo, e nemmeno principalmente, perché giunge dalla Cina/Hong Kong, ma perché dotato di una grazia e di una sensibilità sconosciute (o dimenticate se preferite), con una storia improntata su di una anziana signora, e non solo, dal cuore grande, che nessuno in Italia si sognerebbe nemmeno lontanamente di produrre.
Da sessant’anni la signora Tao (Deanie Ip) dedica le sue giornate alla famiglia Leung, poi un giorno ha un infarto, decide di trasferirsi in una casa per anziani e qui troverà una nuova famiglia.
Ma Roger (Andy Lau), rampollo quarant’enne della famiglia Leung, non ha alcuna intenzione di abbandonarla fino al suo ultimo giorno, testimoniando tutta la sincera gratitudine che prova nei suoi confronti.
Un film semplice, come da titolo d’altro canto, che si costruisce lentamente, passo dopo passo, che cinematograficamente, almeno in senso stretto, non dirà molto ai puri esteti della tecnica, ma che ci offre due personaggi descritti in maniera sentita, quanto particolareggiata, e più di un messaggio sociale assolutamente gradito.
Così, come nella prima parte assistiamo alla dedizione con cui Tao esegue il suo lavoro quotidiano, il tutto descritto con cura ed una calma estremamente consona, successivamente avviene lo scambio dei ruoli, nel segno della più fiera, e gratuita, riconoscenza.
Questo aspetto è molto significativo, in una società che tende a dimenticarsi di chi ha fatto tutto per noi alla prima difficoltà, è una sorta di lezione umana e morale che vale molto di più di tante altre, non fosse altro per il solo fatto che nel cinema troppo spesso ciò viene ignorato.
In più, in questo caso i due omni-presenti interpreti offrono davvero un’umanità “no contest”, se Deanie Ip ci regala la saggezza di una donna che ha visto tanta acqua scorrere sotto i ponti (seppur nel ristretto panorama di una vita trascorsa sempre facendo le stesse cose), Andy Lau conferma il suo talento d’interprete accantonando, almeno per un attimo, le grandi produzioni d’azione per calarsi nella parte di un uomo che conosce il valore della vita e del sacrificio che prima o dopo dovrebbe toccare tutti.
Un film che dunque non si erge sulle sorprese, anche se l’atteggiamento di Roger in fondo una sorpresa lo è, ma sulla compostezza e sulla tranquillità che i piccoli gesti di ogni giorno possono regalare anche nei momenti che precludono una dipartita.
Una lezione che si innalza senza bisogno di far rumore, sottolineata da un contesto generale che non manca di qualche leggera sferzata di leggerezza (nella casa di riposo si alternano figure molto diverse, anche sottilmente comiche), all’insegna comunque di un equilibrio ben dosato.
“… perché ognuno di noi ha una persona come Tao nella sua vita” cit. Ann Hui ed aggiungo che dovrebbe averla (perché non è così scontato, la riconoscenza va comunque costruita) e prima o poi essere come Roger nel segno dello scambio dei ruoli che in fondo la natura della nostra vita dovrebbe destinarci.
Esemplare (almeno dal punto di vista umano, sul resto se ne può parlare).
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