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A Simple Life

Regia di Ann Hui vedi scheda film

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La recensione su A Simple Life

di FilmTv Rivista
8 stelle

La vita non è semplice. Nemmeno quella di Ah Tao, pure se da 60 anni fa lo stesso lavoro, la domestica per una famiglia di Hong Kong. Aveva 14 anni quando è arrivata dalla Cina, e da allora ha spazzato, lucidato, cucinato (magnificamente) per quattro generazioni consecutive, poi sparpagliatesi per il mondo. Ora è rimasta sola con l’ex piccolo di casa, il produttore cinematografico Roger, legato ad Ah Tao da un rapporto quieto e rutinario, che entrambi danno per scontato finché?l’età della donna le gioca un brutto scherzo: un leggero ictus la convince ad andare, finalmente, in pensione. Tempo, per Roger, di ripartire dal libretto d’istruzioni della lavatrice e di accorgersi che la vita non è semplice, senza Ah Tao in giro. Anche il cinema non è una cosa semplice, ma si tende a dimenticarlo vedendo l’opera gentile di Ann Hui, capace di riconciliare con la Settima Arte e di far scordare la fatica e il lavoro dietro la messa in scena. Come Ah Tao riesce a far sembrare facile la sua vita di sacrificio e dedizione, così la regista riesce a raccontare la sua storia con miracolosa levità: sarebbe scorretto affermare che aggira le trappole della retorica, perché il suo non è un gioco di sottrazione, ma di purezza. Tutto arriva spontaneamente, senza sforzo e senza una parola di troppo: nulla è artefatto o faticoso nel tenero ribaltamento dei ruoli fra Roger e Ah Tao, l’accudito che comincia ad accudire, la mamma putativa che si riscopre bambina e si lascia viziare. Se il film vive della luminosa interpretazione di Deannie Yip, meritatissima Coppa Volpi a Venezia 2011, i personaggi di contorno sono tratteggiati con la medesima cura e con ironia aggraziata: dagli anziani della casa di riposo dove Ah Tao si ritira, ognuno dolcemente aggrappato a senili infantilismi, alla goliardica compagnia di amici di Roger, fino ai brevi siparietti nel dietro le quinte del cinema (dove veri cineasti come Tsui Hark e Sammo Hung giocano a interpretare se stessi). Non è da meno il divo Andy Lau, che smette i panni della star dell’action per calarsi in quelli di uomo qualunque, perfino un po’ impacciato nello scoprire l’affetto che lo lega all’anziana che l’ha cresciuto: impara sulla sua pelle, insieme allo spettatore, che anche l’amore può essere una cosa semplice.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 10 del 2012

Autore: Ilaria Feole

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