Regia di Ann Hui vedi scheda film
Non mi sento di condividere gli entusiastici apprezzamenti di pubblico e critica per questo film, seppur nella convinzione che, per l’ennesima volta, il doppiaggio italiano abbia contribuito in maniera radicale e determinante a snaturare, svilendoli, gli attributi dei personaggi e degli attori. Per esplicitare la scelta di non drammatizzare e di non enfatizzare gli eventi, la regista sceglie di porsi ad una distanza che si rivela, a mio parere, controproducente rispetto alle intenzioni, raffreddando eccessivamente il clima e finendo per opacizzare l’umanità profonda dei personaggi, creando una sorta di pellicola protettiva intorno all’intimità tra Roger e Ah Tao che in qualche misura tende a soffocarla, a togliere aria all’emozione e ad appiattire troppo il potenziale coinvolgimento dello spettatore, il quale rischia in qualche modo la sensazione di trovarsi davanti ad un documentario più che ad un film di finzione. Anche qualche scena di troppo, probabilmente, un quindici/venti minuti di pragmatica (troppo pragmatica) descrittività pura in odore di superfluo e di vagamente stantìo. Film comunque interessante.
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