Regia di Shion Sono vedi scheda film
Opera di Shion Sono presentata alla mostra del Festival di Venezia nel 2011 dove il protagonista Shota Sometani vinse, meritatamente, il Premio ‘Marcello Mastroianni’ come miglior attore emergente.
Trama: in un ambiente rurale devastato dagli infausti eventi provocati dal terremoto-tsunami, accaduti realmente in Giappone che provocarono il disastro nucleare di Fukushima, vive il giovane protagonista Sumida di professione noleggiatore di barche.
Il contesto familiare in cui cresce è disastroso: padre alcolizzato sbattuto fuori di casa poichè ripudiato dalla madre la quale non avrà remore a dileguarsi, lasciando solo il ragazzo, dopo la fuga con l’amante.
Sumida diventa, giocoforza, un nichilista convinto, ripudiando ogni possibile idea di rivalsa sociale nonché qualsiasi apertura all’amore nel prossimo. Pochi disperati, che vivono in baracche vicine alla sua, condividendone la misera vita, né diventano amici. Unico spiraglio di ‘sole’ che fa capolino dal cielo plumbeo è la presenza costante della giovane compagna di classe di Sumida, amante della poesia ed innamorata di Lui.
La ‘vita Agra’ descritta da Sono rimanda alla mente i soggetti e le ambientazioni pasoliniane e bressoniane, di quest’ultimo (Robert Bresson) una stupenda citazione: la giovane amica di Sumida rotola su di un prato in leggero declivio, come nel finale tragico di ‘Mouchette’, all’inizio del film. Aleggia costantemente il demone del suicidio su questo dramma giovanile da ‘romanzo di formazione romantico’ in cui il sogno si mescola con la realtà e la vita del protagonista potrebbe simboleggiare l’animo devastato delle popolazioni colpite dal cataclisma.
La vicenda sembra precipitare verso un catartico epilogo tragico, Sumida percorre realmente gli stessi passi e le stesse gesta delle proprie ossessioni, la discesa diventa sempre più ripida e l’approssimarsi alla fine sembra ineluttabile.
O forse no!
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