Regia di Jim Field Smith vedi scheda film
per laura pickler la sua famiglia deve essere un pò come quella presidenziale; dei bush magari. suo marito è detentore del premio come miglior scultore di rappresentazioni in burro(!?!?), famoso per le sue statue su schindler's list(una donna intervistata tra il pubblico dice che piange anche se non è ebrea). il burro come materia da modellare e come bene da erigere a emblema della sacro santa famiglia americana santificata in nome di dio. i giudici però pensano che per la fiera dell'anno corrente ci vorrebbe un pò di sangue nuovo e chiedono al capo famiglia pickler di desistere. lui lo farebbe senza colpo ferire, ma teme la reazione della moglie. un'agguerrita wasp tutta desco familiare, chiesa e presenzialismo che al sentire dire dal marito che lo hanno silurato va su tutte le furie. un folkloristico concorso di scultura da città rurale, si trasforma in una guerra portata avanti senza esclusione di colpi bassi, ai danni di una bambina orfana di colore che passata di famiglia in famiglia, forse trova quella giusta in una famiglia bianchissima che semplicemente la accetta, la supporta e la ama. il cinema americano quando deve gestire la patata bollente della famiglia diventa mediamente interessante. penso anche ad un film come i "joneses" per esempio. la famiglia diventa il fulcro, il fine e il mezzo per parlare di qualsiasi cosa. laura pickler aspetta solo che se ne vada la figlia grande del marito per poterne avere uno tutto suo. jill e ethan non riescono ad avere figli e ne adottano di già grandi perchè pensano che sia più semplice, quando gliene avrebbero dati facilmente anche di piccoli. laura pickler chissà mai che infanzia può aver avuto per essere un pesce squalo in completini abbinati, cotonatura, sorriso stampato e occhi indagatori che tutto vede, osserva e archivia. il film è un delizioso quadretto di provincia da dove si parte per la corsa alla casa bianca e chi!, chi! può non essere d'accordo con la piccola destiny quando dice di avere una gran voglia di prenderla a pedate nel culo, semmai!, semmai qualcuno avesse l'ardire di votarla e farla arrivare in alto. gli attori sono tutti splendidi, a cominciare dalla garner che si sta ritagliando un suo spazio nel cinema indipendente. ty burrell riprende un pò il ruolo di modern family senza l'idiozia sapiente che lo contraddistingue nel serial. graditissimo ritorno di una brava alicia silverstone e anche qui come in "ascolta la mia voce" se la difende proprio bene rob corddry. ma è yara shahidi nei panni della piccola destiny che brilla di luce propria. una bella serata davanti la tv.
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