Regia di Giorgio Pressburger vedi scheda film
Si possono rompere i limiti del perimetro dello spazio teatrale come in L’ultimo Pulcinella di Maurizio Scaparro. Ma si può rimanerne anche intrappolati, chiusi, senza poterli mai oltrepassare. Dal monologo Lei dunque capirà di Claudio Magris, Dietro il buio cerca di inoltrarsi nelle zone del thriller, nelle luci sullo sfondo buio, nei sotterranei dove l’uscita appare lontanissima o illusoria. Una donna percorre una casa di riposo dalla quale il marito vuol farla uscire perché torni a un’esistenza normale. In realtà si tratta di un viaggio nell’aldilà. Giorgio Pressburger, uno dei più affermati saggisti italiani, regista teatrale e lirico, per la Tv e la radio, rivisita il mito di Orfeo ed Euridice, ma il suo cinema dà forma a labirinti (di cui traccia traiettorie anche negli uffici e nei campi) che appaiono solo come il risultato di una laboriosa e faticosa elaborazione mentale. Sarah Maestri è una presenza persistente e, contemporaneamente, un’apparizione. La sua voce off, i suoi sguardi in macchina si fanno complici di una confessione continua con lo spettatore: l’attrice si carica quasi da sola sulle spalle un film che però non appare in grado di sostenerla, bloccata in una scrittura che la imprigiona e ne sottolinea l’uso della parola più come affabulazione. Un rischio che diventa visione insostenibile, tralasciando il suono sospeso tra realtà terrena e soprannaturale.
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