Regia di Philippe Lioret vedi scheda film
da una parte la macro-realtà degli istituti di credito che fanno gli squali continuando a rilasciare prestiti a persona che non fanno altro che sovraindebitarsi, e dall'altra la micro-realtà delle persone che non possono far altro che cercare di saltar fuori da quel vortice senza fine e senza senso che è diventato il nostro mondo. claire si trova a dover giudicare il caso di una giovane ragazza madre strozzata dai debiti a cui non può e non riesce a far fronte. insieme ad un giudice specializzato nei sovraindebitamenti, cercherà di affrontare il caso e di risolverlo in meglio per la giovane insolvente. nel mezzo la storia di claire che scopre di avere un tumore cerebrale inoperabile e inguaribile. la sua è quindi una lotta contro il tempo. a memoria non ricordo davvero di aver visto un film così passionevolmente abbarbicato ai clichè di genere. così fortemente attaccato che riesce ad utilizzarli tutti senza cadere vittima del sentimentalismo del malattia movie legato a doppia mandata all'ingiustizia movie. claire insieme a stephane si trova a dover cercare di risolvere il caso nel quale gli avvocati dell'istituto di credito l'hanno incastrata attraverso cavilli, nel poco tempo che il male le sta lasciando. e lo fa tacendo a tutti la propria malattia terminale. solo poco per volta e a causa del suo male che le mette paletti sempre più grossi e invalidanti davanti. le due ore del film permettono a lioret di raccontarci la nascita e la crescita di un rapporto umano che dovrebbe essere descritto di più al cinema, purtroppo interrotto dalla morte di claire. un rapporto fatto di stima professionale, e di sentimento affettuoso che per fortuna non sfocia in una scontata relazione extra-coniugale. una relazione che avrebbe rovinato irrimediabilmente il risultato finale del film. e quindi gli sguardi ammiccanti e le mani che si prendono e si stringono sono il bisogno estremo di passarsi e sentire la presenza umana. fattore umano che nel loro lavoro diventa una missione, trasformata in ideologia no global dagli avvocati e dai rappresentanti degli istituti riuniti, contro la sfrenata dualità schizofrenica del mondo odierno. non più spendere per avere, ma spendere per spendere senza avere o poter possedere. un genere di film che non è fatto a servizio della star di turno per avere la nomination ai futuri prossimi premi, bensì un genere di film che vive in simbiosi con le straordinarie performances di attori in costante palpitante tensione a togliere e asciugare orpelli barocchi per rendere più vera e sentita un'emozionante rappresentazione cinematografica.
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