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L'arrivo di Wang

Regia di Manetti Bros. vedi scheda film

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La recensione su L'arrivo di Wang

di bradipo68
8 stelle

Ero veramente curioso di vedere il nuovo film dei Manetti bros. Loro incarnano alla perfezione uno degli ideali di cinema che preferisco: zero soldi, idee a profusione, modo divino di girare , di studiare certosinamente inquadrature e angoli di ripresa, una certa ironia sbracata che tende sempre a venir fuori nei momenti topici( ancora vivo è il ricordo in Zora la vampira dell'ammazzavampiri con la maglia di Totti) e una capacità quasi soprannaturale di ricavare il meglio dagli ambienti angusti in cui spesso si ritrovano a girare ( un po' per volontà propria e un po' per mancanza di soldi).
L'arrivo di Wang si presenta subito come la seconda mosca bianca di questo ultimo scorcio di stagione. Certo che è forse troppo presto parlare di rinascita del cinema di genere in Italia ma sicuramente autorizza qualche speranza che due titoli italiani abbiano esplorato dopo tanti anni il genere fantascientifico.
Sarebbe interessante confrontare le due pellicole, io mi limiterò a dire che secondo me mentre L'ultimo terrestre ha un gusto più europeo nella sua realizzazione ( qualcuno ha parlato addirittura di Kaurismaki) e l'alieno è solo il mezzo attraverso il quale il protagonista fa chiarezza nella propria vita, ne L'arrivo di Wang l'alieno è il punto nevralgico e il film rispecchia il cinema di genere  americano, finale compreso.
Si teme alla stessa maniera l'invasione extraterrestre ma mentre nel cinema USA  c'è la moltiplicazione  dei pani e degli alieni, visto che comunque al di là dell'Oceano devono mostrare sempre i muscoli, la retorica filonazionalista e tutti gli annessi e connessi regalati da milioni di dollari di budget, nel cinema dei Manetti si ritorna alla base del genere con un-alieno- uno, tra l'altro disegnato e animato benissimo, un ritmo elevato garantito dalla compressione degli avvenimenti in circa 80 minuti di durata, e due-ambienti-due giiusto per creare un po' di claustrofobia.
L'uso della computer grafica è per forza di cose suggestivo, deve suggerire gli avvenimenti più che mostrarli e comunque l'effetto è garantito.
I Manetti ritornano al giorno zero del genere in cui le idee prevalevano sul budget.
Se penso che, tanto per parlare degli ultimi due film di fantascienza americani visti una porcata come Skyline ha avuto un budget, misero per gli standard hollywoodiani di 10 milioni di dollari e quella porcata al cubo di World Invasion ( titolo originale Battle Los Angeles) addirittura di 70 milioni di dollari , mi viene da rabbrividire.
Il mondo è profondamente ingiusto e se i Manetti invece di nascere nella città eterna fossero nati sul Sunset Boulevard probabilmente staremmo qui a parlare di registi già superaffermati, Maicol Bei gli stirerebbe le mutande.
Mi viene da pensare che se ai Manetti fosse dato un budget di 10 milioni di dollari sarebbero capaci di girare un altro Blade Runner. Con 70 milioni avrebbero rifatto tutte le puntate della saga di Guerre Stellari e magari ce ne metterebbero anche un paio apocrife.
L'arrivo di Wang come al solito è ricco di invenzioni registiche e di soluzioni originali. Non ci si accorge neanche che praticamente non si esce da due stanze.
Nonostante il budget ultralimitato (si parla di 200 mila euro) riesce anche ad essere un prodotto forte di una sua intelaiatura visiva abbastanza convincente, di un crescendo thrilling dato dall'esasperazione dei toni durante l'interrogatorio e con un finale sfizioso assolutamente da non rivelare.
Con il proseguio dei minuti il film diventa un gioco al massacro a tre con da una parte l'alieno, il signor Wang dimesso ed educato che parla solo cinese mandarino perchè è la lingua più diffusa la mondo, dall'altra il poliziotto Curti, il solito Ennio Fantastichini caricato a pallettoni con occhi iniettati che delira di invasioni spaziali e sicurezza nazionale e in mezzo l'interprete, Francesca Cuttica,che reciterà anche nel prossimo film dei Manetti, la quale prende le difese dell'alieno e vorrebbe far intervenire Amnesty International(sic!).
L'arrivo di Wang è cinema che arriva direttamente all'epidermide e pretende poco altro, magari anche elementare nelle sue dinamiche e con qualche perdonabile sbavatura ma porta avanti un'idea propria di cinema che sa darsi i giusti modelli di riferimento e che li rielabora con creatività.
I film dei Manetti bros si riconoscono, hanno ormai consolidato una propria cifra stilistica originale immediatamente distinguibile dalla massa.
E questo credo che sia il più grande complimento che gli si possa fare.
(bradipofilms.blogspot.com)

Su Manetti Bros.

solita capacità divina di girare

Su Ennio Fantastichini

da far valutare all'antidoping

Su Francesca Cuttica

molto brava e anche molto carina

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