Regia di Guido Lombardi (II) vedi scheda film
Un buon film, seppur non memorabile. Comunque tratta di un argomento, che allora (2011) ed anche oggi è di drammatica attualità: la condizione di tanti neri, che preferiscono venire in Italia perfino nei contesti più degradati, sotto il profilo economico, sociale, educativo e culturale, pur di uscire dalla loro condizione di abiezione, nella terra natia: la scelta che fanno la dice lunga, sulle terribili condizioni d’origine.
Il realismo non si discute, nemmeno la denuncia. È pur vero che il film si sofferma su tanti aspetti della vita quotidiana, pur significativi, ma lo fa in modo un po’ generico, senza impressionare davvero, lasciando troppo alla semplice narrazione. La camera è usata bene, spesso mossa, spesso in primo piano, per evidenziare tanti passaggi e volti. Per il resto, aspetti tecnici non colpiscono.
L’opera di Lombardi non colpisce anche per questo: la situazione deplorevole di questi africani, così come viene da lui verosimilmente immortalata, non aggiunge in realtà nulla di nuovo a ciò che si vede nelle strade; né aggiunge nulla di nuovo a ciò che si può intuire, riguardo a ciò che non si vede ma purtroppo c’è (il dramma dello spaccio come unica via per non essere i più miserabili, la prostituzione…).
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