Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
come si fa a dire di no ad un film che s'intitola NEL GORGO DEL PECCATO. ci si immagina turpitudini inenarrabili e un'occhiatina(più di una!!!) bisogna dargliela. margherita valli si presenta ad inizio film. inquadra la sua storia in una grande città come roma e intanto un uomo ben piazzato si fa strada nell'inquadratura della telecamera. è alberto e mesto mesto si avvicina al portone di una casa. davanti un gruppo di ragazzini giocano a calcio e uno seduto tiene punti e cronometro. è il fratello minore sciancato in una gamba. è festa che è tornato alberto, ma dopo i primi momenti di entusiasmo in cui si promettono tante cose, tra cui, "mamma non ti abbandonerò più", in casa valli cominciano a cambiare delle cose. alberto è stato via dieci anni. ha girato il mondo, ha fatto tante cose e molte sbagliate. la peggiore lavorare per filippo, un poco di buono che ha le mani in pasta un pò ovunque dove ci sia la scritta malaffare. per di più a casa valli arriva germaine, la fidanzata di alberto. nella modestia di casa valli arrivano i vizi della donna di vita abituata a vivere nel lusso e senza fare nulla. gli stili di vita non combaciano e dopo poco gli scontri sono inevitabili. alberto rinfaccia alla madre di non infondere amore a germaine, la quale gli rinfaccia di non fare niente per esaudire le promesse che lui le aveva fatto prima di confinarla in quel tugurio che puzza di minestrone. come un minestrone, il gorgo si mescola e bolle. compare filippo nella pompa di benzina dove lavora alberto e da lì cominciano i guai. comincia un menage a trois in cui filippo è menato per il naso dalla donna. alberto viene assunto nel garage di filippo e i soldi cominciano a girare, ma filippo vuole impossessarsi della donna e ordisce trame per liberarsi del terzo incomodo. il gorgo ribollisce ferocemente, tanto che la viziosa si redime e diventa financo buona, ma la malasorte dei segnati dal vizio si accanisce contro chi non ha rigato dritto, poiché avere a che fare con gli scorpioni prima o poi si viene punti dal pungiglione avvelenato. il film di cottafavi non decolla mai, se non nel finalissimo(che mi sono dovuto rivedere il giorno dopo, causa palpebra calata inesorabilmente come una saracinesca di un negozio fallito), grazie anche alla tenebrosa espressività di una elisa cegani accecata dal bisogno di giustizia. nel quadrilatero di protagonisti è lei la più brava ed è lei che sa permeare il film della giusta dose di maledetto e malato melodramma. nel confronto con filippo-franco fabrizi ci si vede un che di duello finale, in cui la madre DEVE far trionfare la giustizia che invece vede negata. il suo istinto protettivo di genitrice farà che le cose si mettano a posto, nel loro giusto posto, nel posto che stava rendendo redenta anche la viziosa germaine convertitasi alle gioie della pace familiare.
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