Regia di Josef Von Sternberg vedi scheda film
L'Angelo Azzurro di Joseph Von Sternberg (1930) è una pellicola di transizione tra il cinema muto e quello sonoro, contrapposizione accentuata dal confronto tra il grande divo di ieri Emil Jannings e la futura stella Marlene Dietrich, il primo è all'ultimo bagliore di luce prima di eclissarsi a livello artistico (ma non economico visto che sarà l'attore di punta del cinema tedesco durante la Germania di Hitler), mentre la seconda sfrutta appieno le sue doti canore, su cui i primi film sonori puntavano molto per attrarre il pubblico in sala, desideroso di ascoltare finalmente le voci degli attori. L'Angelo Azzurro si potrebbe definire Il Gabinetto del Dottor Caligari (1920) che incontra l'Ultima Risata (1924), fuso con i primi stilemi del cinema sonoro, grazie al cabaret e al canto, Sternberg gira il primo film sonoro della sua carriera e del cinema tedesco, costruendo l'amarissima parabola di Immanuel Rath (Emil Jannings), un professore di liceo classico dalla morale molto bacchettona e dalla vita privata molto grama. Scoperto delle foto osè della cantante Lola Lola (Marlene Dietrich) detenute dai suoi studenti, l'uomo mosso da intenti pedagogici decode di andare nel locale malfamato l'Angelo Azzurro per mettere fine alla "corruzione morale" dei suoi studenti, finendo però con il subire il fascino fatale della donna. Il professor Rath è una personalità patetica, detestata dai propri studenti e di certo non positiva nella prima parte dell'opera, ma la recitazione del grandissimo Emil Jannings, scava nelle profondità psicologiche del proprio personaggio, da cui abissi fuoriescono tutte le contraddizioni umane di tale personaggio; è un uomo che ha raggiunto una certa rispettabilità professionale, ma la cui vita scorre monotona e in tutta probabilità non ha mai avuto una donna con sé, lo si nota dall'imbarazzo continuo quando Lola Lola lo corteggia e qua veniamo alla stella in ascesa, se è indubbio che il fulcro tematico e narrativo dell'opera risiede nel personaggio interpretato da Jannings, la cantante interpretata da Marlene Dietrich è la donna giusta per dare la scossa decisiva alla vita dell'uomo.
A distanza di 90 anni il gioco seduttivo della Dietrich verso il professore, è costruito su numerosi archetipi psicanalitici (i capelli biondi, i vestiti succinti, la sottoveste etc...), con l'alto tasso di eros mostrando poche parti del corpo (le gambe), che bastano ancora oggi a far girare la testa allo spettatore e disinibire ogni freno morale. Il professore Rath manda all'aria tutta la vita costruita fino a quel momento, per amore di questa donna, rendendosi poi conto dell'impossibilità di poter tornare indietro dopo aver intrapreso tale strada, perché alla fine il mondo della borghesia e quello di chi lavora all'Angelo Azzurro, possono incrociarsi ma mai fondersi tra loro per l'incompatibilità morale, il professor Rath è troppo ancorato al suo passato rispettabile per poter accettare il suo nuovo ruolo al quale si ribella con un disumano "Chicchirichi'", mentre Lola Lola risulta sempre uguale a sé stessa come personaggio, ma riscattata dall'iconocita' della sua interprete che la plasma donandogli un'aria magnetica. Differenze sottolineate anche dal barocchismo di cui Sternberg, con pochi movimenti di macchina, un montaggio ottimo ed una fotografia eccellente nella fluidità delle luci ed ombre, scandaglia il lato sociale in cui è inserita la vicenda immergendola in scenografie che ricordano il Dottor Caligari, concludendo l'opera con quel finale che a Murnau venne negato nell'Ultima Risata (1924), la sconfitta ed il crollo di un mondo addosso, da cui non ci si può riprendere neanche aggrappandosi disperatamente ad esso.
Se gli si vuol trovare un difetto, forse risiede nel fatto che la tecnica sonora è ancora acerba e non perfezionata, ma è un difetto comune a molti film dei primissimi anni 30' anche ad Hollywood, quindi scusabili ad un'opera prima in Germania con sonoro. Successo eccellente ai botteghini, che fecero di Marlene Dietrich divenne una star mondiale e Hollywood non se la fece sfuggire, mentre Jannings ebbe l'ultimo grande ruolo a livello artistico e spiace che un attore del suo calibro, simbolo di protesta contro le ipocrisie e le apparenze della borghesia o dello status sociale, si sia fatto ingannare dal regime nazista che era la maschera dell'ipocrisia borghese più grande di tutte dietro la facciata rivoluzionaria.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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