Regia di Maurizio Zaccaro vedi scheda film
Il foglio di Ermanno Olmi, a sentire lo stesso regista in questo bel documentario, è sempre bianco: impossibile girare per lui con una sceneggiatura 'blindata', il film viene creato di giorno in giorno, costantemente modificato, smussato, innovato. Il foglio bianco rappresenta la massima libertà, e a ottant'anni, conclude Olmi nella sequenza di chiusura del film, è legittimo goderne. Maurizio Zaccaro conosce bene il regista lombardo e ha così il più libero accesso al set de Il villaggio di cartone; la combinazione è perfetta, perchè Olmi è altrettanto a suo agio con le telecamere attorno mentre sta preparando o girando il suo film. Anzi, a guardar bene Un foglio bianco ha un solo grande protagonista, pur in tanto marasma di persone, luoghi e situazioni che si accavallano come è normale che sia su un set cinematografico: il mattatore è appunto Ermanno Olmi, Incontenibile nel suggerire i personaggi agli interpreti, nel richiedere i minimi dettagli agli scenografi, nel raccontarsi a Zaccaro con una lucidità impressionante, meravigliosamente adornata da una parlata forbita (anche se una parolaccia, a un certo punto, gli scappa) e mai ostentatamente colta. I protagonisti Michael Lonsdale e Rutger Hauer sfilano abbastanza rapidamente nel documentario; a interessare di più Zaccaro e lo stesso Olmi sono le comparse africane che si presentano al casting: chi parla italiano correttamente, chi a malapena, chi ha un passato orribile da raccontare, chi una vita ormai stabile, sono comunque tutti capaci di lasciare un segno nel film. Perchè è l'Africa che finirà con il salvarci, e non viceversa: lo sostiene la profetica didascalia finale firmata dallo stesso Olmi. 6/10.
Il casting, la preparazione del set, il trucco, lo studio dei personaggi con gli attori, le riprese: uno sguardo sulla lavorazione de Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi.
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