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Le radici e le ali

Regia di Claudio Camarca, Maria Rita Parsi vedi scheda film

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La recensione su Le radici e le ali

di barabbovich
4 stelle

Parte subito male il documentario di Claudio Camarca e Maria Rita Parsi. Il primo si presenta con un curriculum di fiction non proprio di livello: suoi due mediocri lungometraggi come Quattro bravi ragazzi e Rumori di fondo, entrambi già portatori di uno spiccato interesse nei riguardi della condizione giovanile. La Parsi, psicologa e assidua frequentatrice dei salotti televisivi, attacca dal canto suo con un pistolotto di diversi minuti in cui riesce a produrre un florilegio di luoghi comuni che avrebbe suscitato l'invidia del Massimo Catalano più in forma, pace al'anima sua.
Il tema è quello della condizione giovanile, esaminata secondo i canoni delle radici (le origini, le certezze, la famiglia, gli amici) e le ali, cioè le aspettative, i sogni. Scandito dai temi della moda, dell'anoressia, della droga, della scuola, delle amicizie, della famiglia, della politica e dell'impegno sociale, il documentario - che si mantiene su un registro cinematografico elementare - lascia la parola agli stessi ragazzi, ai quali vengono rivolte domande marzulliane dalle quali scaturiscono risposte ancora più insignificanti e disarmanti. Chiusura con Don Ciotti che straparla.
Se lo scopo del documentario era quello di introdurci nell'universo giovanile, allora poveri ragazzi: fossero davvero tutti così ci sarebbe di che averne paura. E se le radici e le ali di una generazione sono queste, tra abbuffate di televisione, concorsi di bellezza, ossessioni estetiche e droghe, questa generazione non avrebbe veramente un futuro, a dispetto delle sciocchezze che la Parsi spiattella spacciandole per relativismo culturale.

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