Regia di Michele Placido vedi scheda film
Prodotto con capitali francesi,italiani e belgi,"Il cecchino" non ha avuto una gran fortuna a casa nostra,e si torna all'annosa questione del "prodotto medio".Perchè,indubbiamente,Michele Placido,quando gira scene d'azione,è uno dei migliori in Europa,e non ha niente da invidiare a professionisti del genere dei colossi USA:la sequenza d'apertura di questa pellicola è strutturata benissimo,le accelerazioni della trama in tal senso messe al posto giusto,con una buona dose di cose inverosimili,o perlomeno poco credibili (con un cellulare,perchè portare un pericoloso criminale in un'auto normale e neanche blindata?come fa uno dal tetto di un palazzo a rintracciare una persona in fuga,nascosto in un vicolo,dopo pochi minuti essere già di fronte al fuggiasco?),ma da noi ha avuto una distribuzione poco accorta,ed un'accoglienza freddissima.Pòlar con fin troppe sottotrame,non sempre svolte benissimo,ha dalla sua un buon ritmo,la costruzione dei caratteri principali,che secondo la miglior tradizione rivelano chiaroscuri ben delineati,e ha una buona chiusura,che appunto evidenzia la natura tendenzialmente western di questo tipo di film:uomini disposti a giocarsi la pelle e tutto quel che comporta in una sfida,senza tornare indietro,ognuno con un carico diverso sul groppone.Auteuil caratterizza con l'abilità che gli si riconosce un tutore della legge troppo distratto dalle proprie ossessioni,Kassovitz non è forse l'interprete più adatto per un ruolo ambiguo e profondo come il tiratore del titolo,Gourmet sa essere ripugnante e credibile come falsa vittima,non se la cavano male gli italici Luca Argentero e Violante Placido,nei due personaggi peggio trattati dalla sceneggiatura,gli amanti votati alla tragedia,lui malvivente,lei donna consapevole dei rischi di una relazione con lui.In una doppia apparizione a sorpresa,Michele Placido e Fanny Ardant offrono un cameo ad un passo dal kitsch,ma funzionale.
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