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Wake Wood

Regia di David Keating vedi scheda film

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La recensione su Wake Wood

di bradipo68
8 stelle


Patrick, veterinario, e Louise, farmacista si trovano a fronteggiare al peggio può accadere nella  loro vita: la perdita della loro unica figlia, Alice, proprio nel giorno del suo nono compleanno sbranata da un cane furioso.
I due cercano di ricominciare da zero trasferendosi nell'incantevole borgo rurale di Wake Wood con le loro rispettive attività fino a che vengono a sapere di una particolare facoltà che hanno gli abitanti del luogo.
Mediante una sorta di rituale pagano hanno la possibilità di far ritornare i loro cari defunti da meno di un anno per soli tre giorni, per avere il tempo di salutarli , al termine dei quali dovranno essere accompagnati nei boschi che circondano la bella cittadina. Il patto è però che chi accetta di far ritornare i propri cari poi non potrà più oltrepassare i confini della città segnati da pale eoliche che danno proprio l'idea della rottura tra il paesino fermo alle proprie tradizioni e il resto del mondo ipertecnologizzato.
Naturalmente va tutto per il verso sbagliato, altrimenti che horror sarebbe?
Wake Wood decreta in pratica la rinascita della vecchia, gloriosa Hammer productions con un progetto originale, girato in  Irlanda e in Svezia in totale economia di mezzi ma con il classico trademark della factory inglese: ambiente chiuso, fotografia piuttosto curata così come le scenografie, effetti speciali vintage ma assolutamente perfetti per il contesto, splatter limitato ma efficace.
Wake Wood si presenta proprio così: è un tuffo nel passato magari anche con un pizzico di nostalgia e ha uno script scarno ma funzionale nel dire lo stretto necessario lasciando tutto il resto all'immaginazione.
Incastonato in una location bellissima che pare ferma al XIX secolo,  il film di Keating richiama molto da vicino un altro super cult dell'horror inglese anni '70, The Wicker man, che avvinceva in virtù dei misteri sapientemente celati e svelati solo nel finale all'atto del rituale pagano dell'uomo di vimini.
Si respira la stessa aria di suggestioni ancestrali che sfumano nella leggenda e misteri sepolti dal tempo.
Una delle scene clou del film è il  rituale per riportare indietro i defunti: una sorta di nuova nascita con tanto di taglio cesareo ed estrazione del corpo nudo da dentro una specie di amnios. Le sequenze che descrivono questa particolare cerimonia sono notevoli tecnicamente (ottima fotografia notturna) e riescono a rendere l'atmosfera del film ancora più minacciosa.
Wake Wood nonostante un finale al calor bianco classico del genere (senza troppe novità quindi) non esagera in effettacci o eccessi splatter: anzi la scena più sanguinolenta in assoluto è quella del vero parto cesareo a cui è sottoposta una vacca. Seguita a ruota da quella di un uomo schiacciato da un toro.
Il film di Keating non dice assolutamente nulla di nuovo( perchè rielabora concetti già espressi da altri) ma lo dice bene: oltre al citato The Wicker man cui è debitore per il "look" del film , in questa storia di revenants è impossibile non trovare analogie con i ritornanti dei terreni k di Zeder, horror padano rurale firmato da Pupi Avati    o , per passare al settore veterinario, con la storia narrata in Pet Sematary.
Pur con qualche debolezza nella costruzione dei personaggi della coppia protagonista di cui non si esplora a sufficienza il dramma del distacco dalla figlia( le scene che lo lasciano intendere sembrano un po'tirate via) e facendo i conti con una sostanziale carenza di originalità, Wake Wood è un buon prodotto di intrattenimento intelligente confezionato ottimamente nonostante il budget contenuto.
Bentornata Hammer productions!

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