Regia di Emmanuel Mouret vedi scheda film
Più che di un film sull’arte di amare, come vorrebbe il titolo, parlerei di variazioni sul tema dei rapporti tra uomini e donne: amore, sesso, gelosia, fedeltà, equivoci, menzogne... Diviso in siparietti con tanto di titoletti, ha una partenza piuttosto fiacca, pur presentando fior fiore di attori, una Parigi attuale ben fotografata sia in interni che esterni e una colonna sonora di musica classica che mette lo spettatore a suo agio. I dialoghi, però, li abbiamo già sentiti a più riprese, le situazioni sentimentali e le vicende di natura sessuale le abbiamo già viste. Cominciavo a paventare una delusione ma, Emmanuel Mouret, regista romantico con aspirazioni poetiche, conosce il linguaggio cinematografico. Si spinge oltre il normale film a episodi, riprende narrazioni interrotte quando meno te lo aspetti, fa riapparire personaggi dei siparietti precedenti nei successivi, inventa nuove storie, nate dall’innesto tra episodi già narrati. Il film acquista così il ritmo di un valzer in crescendo. La mia sensazione iniziale si è trovata completamente ribaltata. Il giovane regista francese mi aveva moderatamente convinto con i precedenti «Changement d’adresse» (2006) e «Un baiser s'il vous plaît » (2007). Qui si conferma romantico, ma molto moderno nel linguaggio e nel tratteggiare i suoi personaggi. Compie un passo probabilmente importante nella sua ricerca di originalità. Emmanuel Mouret mette in scena se stesso alla maniera di Sacha Guitry o Woody Allen e si ispira certamente al cinema di Eric Rohmer e Alain Resnais. Dal primo riprende la naturalezza dei personaggi e dei dialoghi solo apparentemente semplici ; dal secondo la sottile introspezione socio-antropologica e quasi psicoanalitica. Sa dirigere i suoi numerosi attori, splendidi complici in un film corale che riesce a valorizzarli anche con partecipazioni di pochi minuti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta