Regia di Daniel Schmid vedi scheda film
Lily Brest ha clienti potenti, con segreti inconfessabili; a lei, però, finiscono per confessarli. Questa cosa non va giù al suo geloso protettore, Raoul, che finisce per abbandonarla. La tragedia è dietro l’angolo.
Terza regia cinematografica per lo svizzero Daniel Schmid (madrelingua tedesco, si capisce), e quarta in assoluto contando anche un lavoro licenziato per la tv, L’ombra degli angeli è un dramma ‘alla Fassbinder’ con Fassbinder coprotagonista. Ogni dubbio è presto risolto: si tratta della trasposizione su pellicola del testo teatrale omonimo firmato dal cineasta tedesco, che figura inoltre qui in veste di sceneggiatore al fianco dello stesso Schmid. L’ombra degli angeli è un film disperato e cupo, realizzato con stile indubbiamente fassbinderiano: lunghe sequenze ambientate in spazi stretti, qualche interno ricostruito approssimativamente, poco più verosimile di uno studio di registrazione insomma, dialoghi zeppi di retorica al centro della scena, personaggi perennemente sull’orlo del precipizio emotivo. Nel cast compaiono anche Ingrid Caven, Adrian Hoven, Jean-Claude Dreyfus, Klaus Lowitsch, Peter Chatel, Annemarie Duringer e Ulli Lommel. Il ritmo non è esattamente fluido, ma la storia ha qualche argomento interessante da esporre; consigliabile per appassionati del cinema tedesco dell’epoca, o più semplicemente per fanatici di Rainer Werner Fassbinder. 4/10.
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