Regia di Alessandro Comodin vedi scheda film
'L'estate di Giacomo' del regista friulano Alessandro Comodin è una delusione, solo in parte scusabile dalla pochezza di mezzi a disposizione.
La trama per tre quarti si esaurisce con un ragazzo e una sua amica sui 18 anni su una spiaggetta del fiume Tagliamento a fare stupidi giochi (il tirarsi continuamente terra in faccia e negli occhi come bambini di età ben inferiore), poi di sera in un Luna Park su una giostra e in un ballo e dopo un po' ancora loro che tornano a casa al tramonto in bici; infine vediamo ancora Giacomo con quella che è la sua ragazza, la quale chiude il film con il suo discorso fuori campo, basato sul loro attuale legame sentimentale.
Recitazione sotto il livello di guardia da parte dei tre attori piuttosto improvvisati, trama ridotta all'osso e sviluppo dei personaggi inesistente e soprattutto poche idee di regia, limitate unicamente ad osservare passivamente il corso degli 'eventi' - parola grossa - che (non) accadono.
Peccato perché la vicenda del ragazzo sordo Giacomo che di lì a poco avrebbe riacquistato il dono dell'udito grazie ad un intervento chirurgico era un'occasione ghiotta per un racconto di formazione nello stile di François Truffaut, che addirittura alcuni critici hanno scomodato: per me il pur volenteroso Comodin ne deve fare molta di strada per avvicinarsi a tali modelli.
Tra gli ispirati dialoghi tra Giacomo e Stefania (Comodin, sorella del regista) molto poetico ''Tromba de cul sanità del corpo, salvami o cul, senò son morto''.
Voto: 5.
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