Regia di Philippe Falardeau vedi scheda film
Un buon film, che ai tempi fu candidato all'Oscar come miglior film straniero (premio che, se fosse arrivato, sarebbe comunque stato eccessivo) in grado di indagare con tatto ed una certa grazia il tema della morte affrontato da una classe di piccoli alunni dopo la morte per suicidio di una delle maestre
Candidato all'Oscar come miglior film straniero nel 2012, questo film canadese riesce con una certa grazia a raccontare il difficile approccio al tema della morte e dell'abbandono in un gruppo di bambini, dopo che una delle maestre si è suicidata in classe prima dell'inizio delle lezioni. E lo fa per il tramite di un professore algerino (in realtà un rifugiato politico con una complicata storia alle spalle) ma che forse proprio per questo riesce a trovare le corde giuste per dare voce al trauma vissuto dai piccoli alunni. Pur se in alcuni frangenti il film pecca di un didascalismo un pò artefatto, c'è comunque il lodevole tentativo di non lasciarsi ingannare dall'apparente atarassia dei picoli alunni, ed anzi a saper mostrare quella maturità che a volte sono proprio le vicende più traumatiche a far trasparire pienamente. Ottimi i piccoli alunni ma anche il protagonista Mohamed Fellag che non gigioneggia in un ruolo all' "Attimo fuggente" ma sa entrare in empatia con la classe con poche, studiate parole che nascono dall'esperienza di una vita travagliata.
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