Regia di Philippe Falardeau vedi scheda film
NEI CINEMA ITALIANI DALL’AGOSTO 2012
VISTO SU PRIME VIDEO NEL NOVEMBRE 2022
Il corpo della giovane insegnante penzola macabro dal soffitto dell’aula, il collo della donna mortalmente stretto dal foulard scelto quella mattina per recarsi al lavoro, forse perché aveva dei bei colori, o forse perché era più lungo e resistente degli altri. Simon, l’alunno che quel giorno è incaricato di portare il latte per la merenda della classe, è il primo a scoprire il suicidio. In una scuola elementare di Montreal (Canada – Québec) dove sembrava filare tutto liscio, qualcuno si è tolto la vita. E ha fatto in modo che a saperlo per primo fosse proprio quel ragazzino.
Monsieur Lazhar, foto di classe
Il film è tratto dall’omonima opera teatrale della drammaturga canadese (nata proprio a Montreal nel 1975) Evelyne de la Chenelière (anche attrice, con una particina nel bel film di S. Spielberg del 2004, The Terminal) ed è stata trasposta per il grande schermo, con sensibilità e tocco d’autore, dallo stesso regista, Philippe Falardeau (apprezzato nel 2016 il suo The Bleeder - La storia del vero Rocky Balboa). Ne è scaturita una storia in immagine convincente fin dalla prima scena, di impatto emotivo importante. La forza dell’opera - che nel 2012 ha anche ottenuto la nomination agli Oscar come miglior film straniero oltre che una pioggia di riconoscimenti in patria al Premio Jutra - sta in particolare nella coerenza narrativa della trama e nei dialoghi molto ben organizzati e intelligenti, con il giusto grado di sdrammatizzazione nel raccontare una vicenda penosa, in cui fra l’altro i primi a essere coinvolti sono dei bambini.
Monsieur Lazhar, Danielle Proulx e Fellag
Brilla il protagonista Bashir Lazhar grazie all’interpretazione dell’attore umorista algerino Mohamed Saïd Fellag – nome d’arte semplicemente Fellag (nel cast dell’applaudito Giorni di guerra del 2007) - molto ben calato nei panni del sedicente maestro di scuola che, dopo alcuni impacci iniziali, conquista la fiducia della propria classe, fa emergere scorie e patemi che opprimono i piccoli che hanno vissuto la violenta scomparsa della loro precedente insegnante e, allo stesso tempo, deve lottare in tribunale con la severa giustizia canadese che ne indaga le ragioni della richiesta d’asilo. Nota di merito per un’altra canadese, Sophie Nélisse (che grazie a questa performance fu selezionata l’anno successivo per la parte principale nell’apprezzato Storia di una ladra di libri, 2013), allora piccolissima ma già molto spontanea nel grembiulino di Alice, alunna prediletta di Monsieur Lazhar che ne intuisce le superiori doti di umanità e capacità di analisi. Bene anche Daniele Proulx (molto impegnata in tv e teatro), preside costretta a tenere la barra dritta con colleghi e genitori in un momento di grande apprensione e Brigitte Poupart (qui alla sua prima prova d’attrice cinematografica), che simpatizza con il bizzarro ma interessante Lazhar, senza però ottenerne niente più che cordialità e rispetto.
Monsieur Lazhar, Sophie Nélisse
Un film che nella sua semplicità coinvolge lo spettatore in modo armonico, senza gli eccessi che caratterizzano molti lungometraggi dello stesso genere. Qualche calo di tensione e ritmo ma ha il merito di sviscerare con efficacia il moderno approccio didattico che impedisce ai docenti di entrare in contatto fisico con gli alunni, sia nella fase di rimprovero sia in quella di gratificazione e apprezzamento o consolazione. La scuola può sì, essere luogo di amicizia, lavoro, tolleranza e vita, ma per l’autrice di questo testo è anche l’ambiente in cui terribili drammi personali possono consumarsi nell’inconsapevolezza del prossimo. Molto istruttivo, da vedere anche con figli cui, però, spiegare bene i passaggi più delicati. Voto 7,8.
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