Regia di Marina Spada vedi scheda film
Monica (Claudia Gerini), docente di corsi di formazione per manager, vive sospesa fra l’ombra del padre e i ricordi d’infanzia che fatica a gestire, alla luce di un presente professionale e sentimentale estremamente difficile. Terzo lungometraggio di Marina Spada, Il mio domani è un film che tenta un ritratto non convenzionale di donna, affidandosi a un’interpretazione intensa della Gerini costruita essenzialmente su silenzi e non detti. Se da un lato emerge il ricordo della lezione di Michelangelo Antonioni, le camminate di Monica (nomen omen) fra anonime costruzioni di vetro e acciaio, sottolineate dalle musiche malinconiche di Bebo Ferra e Paolo Fresu, dall’altro il film inciampa nella descrizione di una provincia ancorata a un cattolicesimo ossessivo del quale il padre della protagonista, interpretato da Raffaele Pisu, sembra essere il simbolo. La regista, però, evita facili psicologizzazioni, si tiene aggrappata al corpo della sua attrice, e mette in piedi un paesaggio interiore di donna credibile. Se dunque non sempre la sceneggiatura serve le ambizioni del film, l’occhio di Marina Spada riesce il più delle volte a cavarsi d’impiccio delineando un ritratto sofferto di una crisi che è sia economica sia emozionale. Sui titoli di coda, i versi della poetessa Antonia Pozzi, cui la regista ha dedicato il documentario Poesia che mi guardi.
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