Trama
Dopo il suicidio dell’amica Fabiana, da sempre in lotta con un corpo che non sentiva appartenerle, il regista Cosimo Terlizzi comincia a raccogliere in una cartella del suo computer fotografie, video, conversazioni via chat e ogni elemento che possa ritornargli utile. Un anno dopo, riapre quella cartella e, in un susseguirsi di clic, sfoglia il puzzle disfatto dei propri dei ricordi, ricostruendo la propria identità.
Note
Folder percorre la strada della videoesperienza, colpisce per l’originale capacità di fondere i mezzi a disposizione abbandonando il concetto di ripresa classica. Eppure, nonostante la riuscita libertà espressiva, nonostante i temi (fragilità, disequilibrio, incertezza sessuale), qualcosa frena l’intera riuscita di questa docufiction. Troppo privata, forse, con i suoi corpi nudi e i suoi tempi morti. Autobiografica ai limiti del compiacimento autoreferenziale.
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