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Romanzo di una strage

Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Romanzo di una strage

di Enrique
8 stelle

Preliminarmente mi sembra doveroso un chiarimento.
Una cosa è la forma, una cosa è l’intento, un’altra sono i contenuti.
La forma è eccellente (spicca l’ottima fotografia di Basili che riesce ad impastare di ombre e di oscurità ambienti, animi ed atmosfere).
L’intento sembrerebbe (il condizionale si spiega alla luce di quanto segue) essere pregevole.
Sui contenuti (e, di riflesso, sull’onestà intellettuale di Giordana) per carenze personali non mi posso, invece, esprimere. Ma mi auguro che l’apparenza non inganni.
Giordana accetta uno dei possibili compromessi e scrive (e dirige) un “romanzo”, su una delle pagine più brutte della nostra giovane repubblica, che vede la strage di piazza Fontana come primo (ahimè) acme di un periodo e di un clima di fortissima tensione sociale e di accese contrapposizioni politiche. Nella base della piramide sociale, così come al suo vertice.

Un “romanzo”, per l’appunto, perché l’impunità generalizzata, stigmatizzata a destra e a manca, fa comodo a molti ed oramai beneficia del sigillo del tempo.

L’incessante fluire del tempo anestetizza il dolore degli innocenti. Assolve da ogni responsabilità i colpevoli. Condanna all’oblio i fatti tragici che costituiscono le fondamenta marce sulle quali si erge la nostra democrazia (oggi solo un po’ meno fragile e malata di qualche decennio fa).

Ma uno Stato che su ciò faccia assegnamento, onde tentare di mondarsi dalle sue colpe, quale futuro ha innanzi a sè?
Non così chiaroscurale - a ben vedere - fintanto che i suoi migliori cittadini abbiano il coraggio di coltivare la passione per l’anamnesi, benchè assai amara.

Dunque Romanzo di una strage costituisce un prodotto lodevole anche se, al realismo ed al coraggio delle prime scene, subentra, progressivamente, qualche ritrosia e sobrietà di troppo che frenano il ritmo della narrazione. Il finale, un po’ frettoloso, tradisce tutti gli invalicabili limiti di quella storia. Della nostra storia.

Film tragico ed incompiuto, ma necessario come l’aria che respiriamo.
Quindi onore a Giordana che dimostra (anche questa volta), quantomeno, di averci provato.

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