Il 12 dicembre 1969 una bomba devasta la sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura di piazza Fontana, a Milano, uccidendo 17 persone e ferendone 88. L'attentato è il simbolo di un'intera stagione di fatti criminosi, stragi, tensioni politiche e violenza nelle piazze, ricordata come il periodo della cosiddetta strategia della tensione, che segna anche l'inizio dei sanguinosi Anni di Piombo. Attribuito all'anarchico Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), che muore precipitando da una finestra durante un interrogatorio, il drammatico evento incrocia la storia del commissario Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea), chiamato a indagare sulla vicenda e assassinato la mattina del 17 maggio 1972 davanti alla sua abitazione, dopo essere stato per due anni oggetto di una vera e propria persecuzione mediatica e di una lunga campagna di aggressione e di odio da tutto il movimentismo di sinistra italiano.
Note
Con Romanzo di una strage Giordana trasloca in immagini il celebre «Io so, ma non ho le prove» di pasoliniana memoria. Trattenuto, algido, zeppo d’ombre, volutamente didascalico, quasi un contraltare brechtiano all’accentuata visionarietà di Sanguepazzo (2008), Romanzo di una strage non consente, infatti, di immedesimarsi con nessuno, lasciando libero il campo degli occhi e il pensiero dello spettatore. Un film importante, nonostante i difetti (come i mimetismi alla Giuseppe Ferrara), con attori maturi e una Milano, una classe politica, un’atmosfera da guerra civile lontane ormai nel tempo. Senza nostalgie.
Grande ritmo, film da gustare tutto d'un fiato: mi è piaciuto. Purtroppo la recitazione di molte comparse è da terza elementare e i dialoghi a tratti perfino imbarazzanti.
Il bozzettismo iniziale non entusiasma. Poi, per buona sorte, il meccanismo narrativo comincia a carburare, le performance diventano ben rodate, e i cupi fatti di cronaca vengono sviluppati con estrosi tocchi di classe.
Mentre scorrevano i titoli di coda ho avuto, chiara, l'impressione di avere appena visto un film importante. Un film di impegno morale e civile, un lavoro di ricostruzione coraggioso anche se non esente da difetti (che più avanti andrò pure a dettagliare).
Diciamolo subito: pellicole come questa sono necessarie, perché hanno la capacità di scuotere la coscienza del… leggi tutto
“Romanzo di una strage” (2012) è il nono lungometraggio del regista milanese che si misura, per l’ennesima volta con la storia del nostro Paese. Una storia di fatti, di suggestioni, di voci, di supposizioni e di realtà nascoste (da tutti) da una scrittura avveduta, scorretta e parziale. Appunto un romanzo e niente da anteporre ma chiudere una storia mai chiusa e per sempre riposta dalle… leggi tutto
La visione di questo film volenti o nolenti non lascia indenni , nè tantomeno indifferenti. E forse proprio per questo è da catalogare tra le operazioni temerarie perchè far vedere di scoperchiare il calderone delle stragi di Stato, dei servizi deviati, dei misteri della nostra storia recente è qualcosa di più che coraggioso: oserei dire che è da incoscienti esporsi in una nazione… leggi tutto
Nel dicembre del 1969 l’Italia vive momenti di grande tensione politica. Nelle piazze protestano giovani di destra e di sinistra che si organizzano in organizzazioni che sono al limite dell’eversione. Pinelli è un anarchico, ferroviere che è da tempo sotto osservazione della polizia, e in particolare del commissario Calabresi con il quale viene spesso in contatto per…
"Oggi, la difficoltà di combattere il comunismo in Italia dipende quasi esclusivamente dal fatto che i comunisti non si vedono. Essi sono tanto onnipresenti, quanto invisibili... non vedrete mai un distintivo comunista all'occhiello. Questo per significare, per sottolineare, quasi, che i comunisti intendono conquistare lo Stato, attraverso una lenta opera di saturazione interna."…
Il cinema di Giordana nei film più riusciti è il miglior compromesso possibile tra il popolare e il civile, tra la chiarezza narrativa e la precisione dei fatti raccontati. Nel romanzo non c’è spazio per nulla che non sia la verità emersa dalle ricostruzioni di quella strage, anni violenti e difficili anche da raccontare quando si vuole evitare…
Ci sono anni che sono uno spartiacque, per un uomo ma anche per una nazione. Quando l’evenienza cronologica coincide, risulterà perdonabile qualche concessione al ricordo personale, prima del necessario e…
Il film, un po' didascalico, illustra quasi con stile documentaristico una delle vicende più complicate e ingarbugliate dell'Italia repubblicana. Bravi gli attori. Non so quanto veritiera ma equilibrata la resa della vicenda Pinelli-Calabresi.
Con ogni probabilità si tratta di uno dei film italiani più importanti degli ultimi anni, questo a partire dalla costosa produzione (lo stesso Marco Tullio Giordana ha ammesso che solo pochi mesi dopo, vedi crisi economica, sarebbe stato impossibile da realizzare), per arrivare al nocciolo della questione, ovvero il fatto attorno al quale tutto ruota, che essendo avvolto da…
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Commenti (8) vedi tutti
Grande ritmo, film da gustare tutto d'un fiato: mi è piaciuto. Purtroppo la recitazione di molte comparse è da terza elementare e i dialoghi a tratti perfino imbarazzanti.
commento di andenkoFilm didascalico. Calabresi sembra uscito da una detective story. Troppo retto. Ma l'insieme è interessante ed equilibrato
commento di ENNAHPiù Moro e PD che Pasolini e PCI.
leggi la recensione completa di tafoIl bozzettismo iniziale non entusiasma. Poi, per buona sorte, il meccanismo narrativo comincia a carburare, le performance diventano ben rodate, e i cupi fatti di cronaca vengono sviluppati con estrosi tocchi di classe.
commento di Stefano LVoto al Film : 7
commento di ripley77che dire, e' proprio un bel film,pellicola assolutamente riuscita.
commento di danandre67Buon film di Giordana.Ottimi Favino e Mastandrea
commento di antonio de curtisUn film importante che segna. Imperdibile per fatti, persone, attori. Se ne parlerà a lungo.
commento di mattyno