Regia di Peter Duncan vedi scheda film
Un film che vola sul grottesco e sulla commedia, un gioco ironico sul discorso comunista coinvolgendola come una piccola farsa e commedia degli equivoci, che si diverte a mettere alla berlina la forza di un’ideologia, con pieghe femministe. Una donna che si professa comunista a tutti i costi nega l’evidenza, e cioè della criminalità a cui Stalin ha offerto il fianco e la testa; un’ ipotesi che potrebbe giustificare quello che nel mondo succede e cioè, il prolificare del male è dovuto alla figliolanza che i vari dittatori possono avere avuto per ragioni fortuite, e quindi la discendenza si fa strada nei vari posti geografici dove accidentalmente è nata, e le conseguenze si rifletteranno in quel contesto sociale. Qui però nessuna drammatizzazione viene fatto ed il filo rosso è sempre quello della commedia, che stempera ogni lato oscuro, più che altro con il personaggio femminile e quello del figlio, non troppo bilanciato negli altri personaggi maschili che fanno più che da cornice .
una stroai che sta fra il grottesco ed il brillante
una regia che non sa equilibrare bene l'argomento, anche con attori in parte
perfetta, in ruolo diverso
un ruolo un po' confusionato
nel ruolo ironico di Stalin
non primeggia come di solito fa, ma è in calando
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