Regia di Oliver Stone vedi scheda film
La parabola dell'uomo che volle farsi pacifista.Ron Kovic è un figlio standard dell'America provinciale e bigotta,cresciuto con la torta di mele nel credo della competizione e dell'anticomunismo.E quando alla fine degli anni 60 lo zio Sam chiama per il Vietnam lui parte entusiasta per l'inferno asiatico convinto di andare a combattere una guerra giusta e di salvare il mondo dai comunisti.Non se lo aspetta: si trova catapultato in un girone dantesco in cui si spara all'impazzata ,si uccidono commilitoni e si perdono amici.E il peggio è che viene ferito e rimane paralizzato senza più possibilità di avere rapporti sessuali e/o figli.Ma anche il ritorno a casa non è dei più semplici,prima in uno squallido ospedale per reduci(che sembra il figlio bastardo dell'ospedale di Tornando a casa,bellissimo film di Ashby con Jane Fonda,Jon Voight,uno dei primi film americani a occuparsi del dramma dei reduci),poi in Messico in cerca di amore mercenario e infine alla casa paterna dive finalmente avviene la presa coscienza della causa pacifista,l'attivismo politico contro tutte le guerre.E si accorge che i reduci possono essere anche scomodi,sono figurine prestampate usa e getta e ormai lui e i suoi commilitoni sono inutili per la causa....Il film di Stone vive di momenti felicissimi(l'incontro /confessione con la madre del commilitone che lui ha ucciso,le scene di guerra in Vietnam)e di momenti un po'meno efficaci(la parte in Messico,l'ultima parte in cui la retorica si erge sovrana)paludati in un disdicevole didascalismo.La storia di Ron Kovic viene trasformata da Stone in un apologo antimilitarista di grande tensione emotiva,un pamphlet non contro la guerra in Vietnam ma contro tutte le guerre.E si sa che Stone nei suoi film sposa sempre una tesi chiara e non è avvezzo ad andare troppo per il sottile.Ecco perchè le parti in Messico,l'amicizia col soldato interpretato con Willem Dafoe che dovrebbero rendere più urgenti e rafforzare le tesi di Stone suonano false,inutilmente scabrose come se si volesse creare scandalo,uno scandalo studiato a tavolino,programmato.Eppure il film pur con tutti i suoi squilibri mantiene la sua forza,il suo messaggio anche grazie ad un aderenza quasi parossistica di Tom Cruise(attore da me sempre considerato mediocre,ma qui devo ammettere che è bravo)al personaggio di Kovic.Certo l'ultima parte quella del discorso alla convention democrat puzza di retorica lontano un kilometro,ma ha la sua bella carica di suggestione....
sempre in bilico tra denuncia e retorica,qui la sua regia è vigorosa pur con la sempre pericolosa tendenza a deragliare
per una volta è bravo
ok
caricato a pallettoni.Eccessivo
quasi solo un cameo
non male
brava
particina
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