Regia di Woody Allen vedi scheda film
A Roma con amore..... Sì, ma ce n'è poco. E c'è poco di tutto.
A lungo l'ho evitato per la cattiva fama di cui gode, ma alla fine mi ci sono imbattuto per caso e ho deciso di provare. Che dire? Allen ha tentato di fare un film leggero e cinico, ma gli è riuscito solo frivolo e cinico. E vuoto. La stoffa e l'ispirazione del grande autore newyorchese non si vedono; forse potrei dargli anche mezza stella di più, ma pensando che è suo percepisco tutta la delusione.
I suoi sproloqui e sfoghi nei dialoghi non sono simpaticamente nevrotici come in molti suoi film, ma girano a vuoto, e nei momenti in cui tace lo stesso attore/regista sembra non sapere bene che espressione assumere. Credo che oscuramente presentisse l'inutilità del suo film.
I suoi temi preferiti, comunque, ritornano: la non tenuta della coppia (qui a livelli di minimo assoluto), l'inutilità della psicanalisi, e l'ossessione sulla esistenza o non esistenza di Dio.
Tra i molti personaggi mi sembra che solo due funzionino: cioè il duetto di Ellen Page con il suo spasimante. Gli altri annaspano e arrancano. Benigni non sembra credere troppo a quello che sta facendo, forse perché in effetti è fuori parte, e lo sa. Albanese, addirittura, sembra chiedersi "Ma cosa ci faccio io qui?". La Muti passava di là per caso. Un altro buco nell'acqua è l'autista che sputa sentenze che vorrebbero essere di spicciola saggezza popolaresca, ma sono solo banali.
Mi è piaciuta, invece, l'idea del cantante sotto la doccia: è bizzarra, originale, e non buffonesca. Qualche altra idea e momento carini non salvano l'insieme. La carrellata di stereotipi sull'Italia e su Roma, infine, è uno dei limiti del film, anche perché da un uomo intelligente come il nevrotico di Manhattan è lecito attendersi di più.
Credo sia piaciuto solo a coloro ai quali normalmente Woody Allen non piace.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta