Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il sospetto era già venuto visionando il trailer,ma guardando il film si constata che non si era arrivati a tanto immaginando cosa sarebbe stato il progetto dapprima intitolato "Bop Decameron",poi "Nero fiddles" e infine "To Rome with love".Ma se intende questo per "amore" con cui guardare Roma e gli italiani (a parte che sull'onda berlusconiana,siamo piuttosto screditati all'estero,non è una novità,e un pò ce lo meritiamo,ammettiamolo),che ne avrebbe detto Tullio Kezich,che considerò,recensendo "Il padrino",la parte in Sicilia addirittura offensiva? Al di là delle scelte musicali,che se non sguazzano nella lirica,e fin lì possiamo essere anche d'accordo,ma non si va su niente di più moderno di "Nel blu dipinto di blu" e "Arrivederci Roma",Roma è presentata con un alone in cui lo spettatore viene inzuppato fino alla testa nell'amatissimo dagli americani "cappuccino",strabordante di luoghi comuni,tanto da portare chi guarda a chiedersi quando sbucherà qualcuno che per strada si mangia un bel piatto di bucatini all'amatriciana camminando (e ci andiamo vicinissimi quando nel finale uno in canottiera ,rozzo e folkloristico si rivolge al pubblico da una finestra nel pieno centro della metropoli...).Ma ad Allen,oltre che una evidentemente dannosa iperattività,che è successo?Negli ultimi cinque anni,rigorosamente punteggiati da una pellicola a stagione cinematografica (stavolta due) l'unico film veramente riuscito è stato "Basta che funzioni",e si basava su una vecchia sceneggiatura,appunto.Qui non c'è pochade,non c'è farsa,battute memorabili da cercare con un bastoncino tipo rabdomante tanto sono difficili da trovare,quasi tutti gli interpreti sono presi da un accesso di "overacting" e imitano la balbettante mimica alleniana infarcita di nevrosi,forse per darsi un tono,forse per omaggio all'immenso Vate,visto che i peggiori sono i più giovani (la peggiore Ellen Page,infatti i migliori sono i misurati Judy Davis e Alec Baldwin,Benigni è totalmente incolore qua).Dispiace e irrita che un intellettuale come Woody dispensi banalità con mano generosa,abbia un'idea dell'Italia molto superficiale e deludente,e che comunque sia un anziano che vive in un mondo fatto di salotti,sedute dall'analista,dialoghi ormai vetusti impregnati di un intellettualismo un pò "fracico",per dirlo alla romana,è cosa chiara.C'è una crisi di ordine mondiale,nei film di Allen se n'è mai fatto accenno,vi sembra che i personaggi dei suoi copioni ne siano al corrente?A titolo personale,l'ho trovato uno dei punti più bassi di una grande carriera:le cose migliori sono,a parte le prove dei due attori di cui sopra,il nuovo doppiatore Leo Gullotta che rimpiazza bene Oreste Lionello (curioso,due star del Bagaglino...) ed il decolletè di Penelope Cruz.Un pò poco,visto di chi si parla.
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