Regia di Woody Allen vedi scheda film
Continua il tour europeo di Woody Allen ma i risultati sono, dopo la parentesi positiva di 'Midnight in Paris' - opera che mi aveva fatto sperare in una 'guarigione' del nostro - ancora una volta deludenti: il film, aperto e chiuso da due diverse voci narranti, è strutturato in quattro storie aventi come sfondo la Roma del titolo.
Nell'ordine, ho trovato l'episodio con Woody e Judy Davis l'unico veramente degno della bravura dell'autore, con una bella trovata - l'impresario di pompe funebri che riesce a cantar bene arie tratte da opere liriche ma solo quando è sotto la doccia - dialoghi azzeccati e recitazione di livello, mentre gli altri tre davvero sconcertanti.
Quello con Ellen Page, definita nella recensione della rivista straordinaria ma, a mio avviso, totalmente inadatta, e Jesse Eisenberg ingessato, al limite dell'irritante, pieno di luoghi comuni sull'Italia e una ennesima rimasticazione dell'intellettualoide che perde la testa per una donna che inizialmente detestava.
Passando all'episodio con Benigni, l'aggettivo più adatto è banale: il comico toscano, in questo ruolo da uomo comune che, grazie ai mass media diventa senza alcun motivo, una celebrità che, ad un certo punto, ancora inspiegabilmente, torna quello di prima, mi è apparso più svogliato che mai.
Venendo infine al segmento dei due sposini che si smarriscono a causa della prostituta interpretata da una frizzante Penelope Cruz lui e dell'attore donnaiolo Antonio Albanese in versione Frengo e Stop lei, c'erano le possibilità di tirar fuori qualcosa di buono: Allen parte in quarta citando 'Lo sceicco bianco' ma l'approdo, per trovate, tempi comici e un'agghiacciante Riccardo Scamarcio, ladro rubacuori, non è distante da un qualsiasi cinepanettone nostrano.
Voto: 5.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta