Regia di Christian-Jaque vedi scheda film
Dopo aver scoperto il tradimento del marito Bernard, Catherine, borghese e colta, decide di assoldare una entraineuse, Marlene, da gettare tra le braccia del marito. Nathalie - questo l'alias ad hoc di Marlene - puntualmente incontra Catherine per riferirle nei dettagli i suoi incontri con Bernard. Sfruttamento e complicità si insinuano nel dialogo tra le due donne, destinate a condividere le proprie fantasie, quelle del corpo (Marlene) e quelle della mente (Catherine): delega sessuale e transfert emotivo si intrecciano nel "nettoyage à sec" (per parafrasare il film del 1997 della Fontane) di una seconda educazione sentimentale. Nathalie presenta l'ennesimo ménage à trois, ma un vertice del triangolo è truffaldino… A metà tra cinema terapeutico e vademecum sentimentale post-moderno, il film poggia per intero su tre interpreti in stato di grazia: Fanny Ardant, moglie ferita ma non rassegnata, Emmanuelle Béart, amante su commissione, e Gérard Depardieu, fedifrago innamorato. Dire dei tre chi sia vittima e chi carnefice non è impresa semplice: la Fontaine non indica il colpevole… Con una narrazione cristallizzata e atmosfere quasi calligrafiche, la regista francese coglie la (auto)sospensione dal sesso e dai sentimenti di inizio terzo millennio: basta a fare di Nathalie un buon film?
Tre interpreti in stato di grazia per Anne Fontaine: Ardant, Béart e Depardieu. Ma bastano a fare un buon film?
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