Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
La quarta regia di Olivier Marchall ci conferma che siamo in presenza di una figura di alto livello nel genere che possiamo liberamente definire poliziesco, gangsters movie o “polar”. La “Gang des Lyonnais”, guidata da Momon Vidal, imperversò realmente in Francia a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Marchall ce ne racconta la storia, alternando la cronaca di quegli anni ai suoi sviluppi nei giorni nostri. Il ritmo è martellante, le scene d’azione sono da manuale e la violenza c’è tutta, sapientemente equilibrata da dialoghi tutt’altro che banali e da attente descrizioni ambientali. Un film impeccabile, perfetto nella scelta di Gérard Lanvin come protagonista. Duro e compassato, può legittimamente ispirarsi ai leggendari ruoli di Lino Ventura nei magnifici “polars d’antan”. D’altronde, la sua parte era stata pensata per Alain Delon, che declinò l’offerta. Una grande occasione per Lavin, che non se la lascia sfuggire. La fotografia è magnifica. Le scene del passato sono girate in una specie di color “seppia” tendente all’azzurro, rendendo agevole la comprensione dei continui salti di tempo. Importante il ruolo di Serge (Tchéky Karyo), il vero antagonista, l’amico di sempre, restato ancorato al passato, per Momon una delusione senza riscatto. Ad interpretarlo era stato inizialmente chiamato Bernard Giraudeau, che dovette rinunciare per problemi di salute che, disgraziatamente, ce lo stavano portando via. A costo di ripetermi, sono sempre più convinto che per ritrovare gangsters movies di questo livello nel cinema americano si debba risalire ad alcuni decenni or sono, oppure scomodare nomi giganteschi come Martin Scorsese, solo per fare un esempio.
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