Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
Dopo una manciata di buoni titoli "dalla parte della legge" (ma L'ultima missione aveva in realta' un po' deluso le mie troppo elevate aspettative), Olivier Marchal decide che e' il momento di prendere posizione sull'altra sponda, quella della delinquenza organizzata, e lo fa narrando, in un flash-back della memoria, le gesta efferate della banda dei lionesi, che semino' panico, terrore e una scia di sangue piuttosto lunga e cruenta intorno agli anni '60 e '70 nel cuore della Francia. Il tutto visto con gli occhi ancora ardenti di vitalita' (e da lupo selvaggio) di Momon (uno straordinario Gerard Lanvin) che, giunto alla soglia dei sessanta con una ritrovata serenita' familiare, non riesce tuttavia a chiudere i conti con un passato scomodo e cruento che non rinnega, ma che non pare piu' attrarlo come negli anni della dannata gioventu'.
Marchal dirige un polar teso e sanguinolento per nulla fiaccato dai continui scostamenti temporali tra presente e passato, una sorta di Romanzo criminale della memoria che avvince lo spettatore grazie ad un personaggio duro ed affascinante al contempo. Certo il buon risultato raggiunto non puo' eguagliare prodotti affini recenti come "Un profeta" di Audiard o il dittico di Jean-Francois Richet "Nemico pubblico n. 1", pero' costituisce un ottimo esempio di thriller appassionante al pari di certi lodevoli prodotti commerciali anni '70 con Yves Montand (lo splendido "Police Peyton 357" di Corneau in cima alla lista). Speriamo (ma non ci illudiamo) in un recupero tardivo italiano, ma la strategica e miope distribuzione nazionale ormai prende in considerazione solo le commedie transalpine, visti i recenti e per nulla scontati successi. E a noi non resta che guardare queste belle sorprese in lingua originale, catturandole con mezzi di fortuna, spesso senza alcun sottotitolo, augurandoci almeno, cosi' facendo, di migliorare la conoscenza di una lingua affascinante che non ci appartiene ancora del tutto.
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