Regia di George Cukor vedi scheda film
Credo possa essere definito il capolavoro di Cukor, regista per troppo tempo sottovalutato, che, in realtà, è stato uno dei migliori artisti del periodo d'oro di Hollywood (estremamente versatile, lasciò comunque la sua impronta soprattutto nel genere della commedia sofisticata). Un musical decisamente più drammatico rispetto ad altri capolavori del genere come "Cantando sotto la pioggia" o "Un giorno a New York", costruito per mettere in risalto le prodigiose doti canore di Judy Garland, ma anche uno sguardo lucido e crudele sui meccanismi dello star-system e sul funzionamento della macchina hollywoodiana. E' un remake abbastanza fedele di un film omonimo di Wellman del '37, a sua volta ispirato al film A che prezzo Hollywood? dello stesso Cukor del 1932 (dunque, il regista si può considerare il vero creatore di questa storia, poi filmata nuovamente nel 1976). Tra le sequenze musicali, la più famosa e la più affascinante è indubbiamente il numero "Born in a trunk", lungo circa venti minuti, ma anche la scena in cui la Garland fa le prove di uno spettacolo sola davanti al marito a casa è originale e filmata splendidamente. Le sequenze memorabili abbondano: dalla scena rocambolesca del primo incontro fra Esther e Norman a quella della notte degli Oscar, dall'arresto di Norman col discorso del giudice al suicidio dello stesso in acqua al tramonto (straordinario in questa scena il lavoro sul colore, giocato su tinte vivide e corpose come in tutto il film). Nella seconda parte, tuttavia, a tratti si avverte qualche lieve scompenso melodrammatico, come nella scena che precede il finale in cui il personaggio di Tom Noonan rimprovera la Garland che vorrebbe lasciarsi andare, in una maniera fin troppo enfatica e poco convincente. Comunque, si tratta di un film di attori in cui campeggiano due interpretazioni eccelse, con un Mason di straordinaria sottigliezza nel ruolo dell'autodistruttivo Norman e una Garland che incanta non solo grazie alla voce, ma anche grazie alle sue doti drammatiche (e che purtroppo dovrà subire nella realtà il triste destino riservato nel film a Mason). Un vero scandalo che nessuno dei due attori prese l'Oscar (Mason fu battuto comunque dal Marlon Brando di Fronte del porto, interpretazione altrettanto memorabile ma film più discutibile nei contenuti di propaganda maccartista). Dopo aver subito diversi tagli, il film è stato restaurato in una versione che include scene con fotogrammi fissi e dialoghi ridoppiati (nella versione italiana, in maniera ridicola) : tuttavia, questo lavoro filologico non mi sembra particolarmente utile, poichè dà soltanto un'idea approssimativa delle sequenze mancanti. Consiglio questo film a chi ha ancora un'idea di Cukor come un fatuo women's director e null'altro: questo film regge abbastanza bene il confronto con Viale del tramonto di Wilder, e può essere una buona introduzione a una filmografia ricca di altre gemme (fra cui Scandalo a Filadelfia e La costola di Adamo).
voto 10/10
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