Trama
Nel 2041, gli esseri umani convivono armoniosamente sulla terra con le creature meccaniche che ricercatori e scienziati sono riusciti a creare. Per mettere mano a un nuovo progetto universitario, l'ingegnere Alex ritorna al paese d'origine dopo dieci anni di lontananza e scopre come sia cambiata la vita del fratello David, ormai sposato da tempo con Lana e padre di una splendida bambina, Eva. Da subito tra zio e nipote si crea un forte rapporto di complicità che li porta a vivere insieme un'avventura che porterà alla luce di un'eccezionale scoperta.
Approfondimento
UOMINI E ROBOT
I film di fantascienza, solitamente, formulano domande e propongono alternative per nuovi mondi ordinati secondo nuove precise regole. Questi universi di fantasia - spesso utopici, altre volte distopici - spingono l'essere umano alla riflessione, soprattutto quando in scena vi sono le interazioni tra gli esseri umani e i robot. Le domande che ci si pongono sono sempre la stesse: può l'uomo essere così attratto dalle macchine da stabilire con loro rapporti emotivi simili a quelli che ha con gli altri esseri umani? Sarà possibile in un futuro prossimo innamorarsi di un robot pur sapendo che si tratta di un emulatore o di qualcosa di artificiale? Come influenzano queste nuove relazioni i vecchi rapporti con gli uomini?
Queste sono le stesse domande da cui trae origine anche Eva, raccontando la storia di Alex, un ingegnere elettronico che vuole creare un robot sofisticato e all'avanguardia, in grado di conquistare cuore e anima dell'uomo.
NOSTALGIA DEL TEMPO CHE FU
Per dirigere un film di fantascienza, si ha però bisogno in un primo luogo di creare un universo lontano, diverso da quello a cui tutti sono abituati. Il filone del genere ci ha abituati a scenari futuri apocalittici e oscuri, in cui regna sovrana ogni forma di torbida violenza. Eva, invece, rifugge quest'idea e mostra per la prima volta un'ambientazione che, senza essere perfetta, suggerisce una corretta convivenza tra civiltà e natura, caratterizzata da pacifici rapporti umani e da un ambiente circostanze che è la naturale evoluzione di quello del presente. La parola chiave che sembra dettare le linee guida è normalità, non si ricerca la situazione estrema per far sì che lo spettatore possa immedesimarsi nel racconto e arrivare al nucleo delle emozioni. Nel futuro di Eva, foreste, montagne e neve sono i simboli di un universo ecofuturista di stampo ottimista, in cui l'essere umano ha saputo mantenere o recuperare tutto ciò che di buono aveva in passato. Niente di completamente innovativo o altamente tecnologico è in scena: il pubblico non viene estraniato e ha così la possibilità di sentirsi a casa, in un contesto retrofuturista che garantisce sicurezza e coinvolgimento e stabilisce una base comune con quanto si sta vedendo sullo schermo. Non a caso, infatti, Eva parte con il ritorno a casa di Alex, sottolineando il forte senso di nostalgia che lo pervade per qualcosa che negli anni si è ormai perso. Così come sembra essersi persa l'importanza di un valore come la famiglia: il contrasto tra il freddo dei paesaggi innevati e il caldo all'interno delle abitazioni serve a spostare l'attenzione proprio sulle relazioni affettive, rese vacue dalla frenesia della moderna vita quotidiana.
I ROBOT
Ci sono fondamentalmente due tipi di robot: i funzionali e gli androidi. I robot funzionali sono stati creati per aiutare gli esseri umani per alcuni lavori, tra cui le pulizie e i trasporti. Sono stati progettati come macchine e il loro aspetto è distante da quello degli esseri umani. Gli androidi, invece, appaiono quasi come uomini e sono stati creati per agire come compagni, tanto che ad interpretarli sono attori in carne e ossa mentre i funzionali sono essenzialmente creazioni digitali. A parte Max, a cui presta volto e fattezze l'attore Lluis Homar, sono due i robot più importanti della storia: il gatto Gris e il prototipo SI-9. Gris è stato creato in maniera meccanica ed è una speciale combinazione tra un pupazzo mosso da tre operatori e una creatura digitale. SI-9, invece, ricorda da vicino C3PO di Guerre stellari (1977): è mosso da un'attrice ricoperta da una speciale tuta, su cui poi si è operato di effetti digitali. Nonostante la tecnologia abbia fatto passi da giganti, è stata precisa volontà del regista avere sempre a che fare con qualcosa di fisico sulla scena in modo che l'interazione tra macchine ed umani fosse la più realistica possibile.
I robot non sono poi gli unici oggetti futuristici di Eva. Ad esempio, anche gli strumenti di lavoro di Alex sono frutto della fantasia dei creatori e non esistono nella realtà. A sorpresa, però, nonostante l'idea di futuro e progresso, lo strumento e le tecniche con cui Alex sta lavorando alla creazione di un cervello per un robot-bambino fanno riferimento alla frenologia, una pseudoscienza del XIX secolo che si basava sull'idea che ad ogni pezzo del cervello corrispondesse un tratto o un elemento della persona, tanto che Kike Maillo ha scelto 24 differenti pezzi di vetro, ognuno simbolo di qualcosa, da mettere insieme.
Il resto delle macchine, invece, sono soprattutto schermi e automobili create appositamente ispirandosi a oggetti domestici - frigoriferi, registratori, amplificatori - degli anni Sessanta e Settanta.
Note
Nell’amore nasce e si consuma la pellicola di Maíllo, che sposa superbamente la tecnologia al cuore pulsante, dell’uomo e dell’umanoide. Ti rapisce come semplice, artigianale, squisita meraviglia. Ti strazia come solo una riproduzione fedele della Vita può fare: il burattino è già vero, il suo microchip emozionale è una biglia affascinante e complessa, “naturalmente” contraddittoria. Dell’amore è creazione incondizionata e dello stesso è vittima inevitabile. Può amare e può uccidere, ma soprattutto può essere amato.
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
La dodicenne Claudia Vega ci commuove in questa favola fantascientifica che fa bene al cuore e tonifica la mente.
leggi la recensione completa di claudio1959Fantascienza ed emozioni.
leggi la recensione completa di ezioFavoletta sci-fi che combina le tematiche più classiche della bioetica al tempo dei robot con il dramma sentimentale in chiave familistica, grazie ad un immaginario retro-futuristico alla Hugo Cabret in cui la classica morale cara a Collodi incontra le frontiere dell'etica robotica care ad Asimov. Lacrimevole destino di burattini catalani.
leggi la recensione completa di maurizio73