Regia di Kike Maíllo vedi scheda film
Nel 1889 Padre Luigi Amigò, fondò in Spagna nel convento di Santa Irene, una congregazione religiosa ( oggi presente in diverse parti del mondo) volta all' accoglienza di giovani con difficoltà di inserimento sociale e problemi legati al loro comportamento. Ed è il borgo di Santa Irene che il regista spagnolo Kike Maillo, sceglie come innevato e suggestivo ambiente per il suo primo lungometraggio, e non a caso evidentemente. Santa Irene: la leggenda racconta di come la giovane religiosa, dotata di straordinaria bellezza, trovasse la morte per mano di un pretendente a cui aveva osato dire di no. Maillo affonda le mani nel folclore e nella tradizione per dar vita a questa struggente favola moderna e cibernetica. La piccola Eva, spicca tra gli altri bambini, coperta dal vermiglio "cappuccetto" per proteggersi dal freddo, perspicace e sagace, agile come un felino, orgogliosa e a volte irritante ma di certo Speciale, Unica. E' il modello perfetto e non convenzionale sul quale Alex, ingegnere cibernetico, vuole creare un bambino robot. Come il più potente tra gli alchimisti, Alex mescola in vitrei ed eterei alambicchi tutte le meravigliose componenti dell' animo umano, sottraendo e aggiungendo, nel tentativo, folle e arrogante, di estrarne l' oro più prezioso: l' Uomo.
Ma cosa succede quando la nuova creatura prende coscienza di se, quando si rifiuta di modificare la propria emotività per accondiscendere ai capricci del creatore, quando nel rispetto di se stesso grida il proprio NO ? Quel no diventa un atto di aggressione e ribellione verso la mano creatrice, il bambino torna a essere macchina priva di sentimenti, un pericolo di cui liberarsi, un essere immeritevole di vivere nella società, impossibile da "aggiustare". L' alchimista, formula l' incantesimo che chiuderà per sempre gli occhi di Eva, un ultimo tradimento, un' ultima ingannevole domanda: " cosa vedi quando chiudi gli occhi?" , ed Eva nel suo ultimo atto d' amore svela la sua personale, unica idea di paradiso. Voto 7.
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