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Madagascar 3. Ricercati in Europa

Regia di Eric Darnell, Tom McGrath vedi scheda film

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La recensione su Madagascar 3. Ricercati in Europa

di lorenzodg
8 stelle

Madagascar 3. Ricercati in Europa“ (Europe,s Most Wanted, 2012) di Eric Darnell, Conrad Vernon e Tom McGrath.
   E siamo all’apertura ‘cartoon’ della nuova stagione in Italia; ma fa pensare che negli States il film della DreamWorks è uscito l’8 giugno: infatti dopo oltre due mesi la distribuzione è arrivata. L’estate non porta buoni consigli (con l’afa insostenibile) e affannosamente il listino apre i battenti. Di qui a dire che il cinema riapre c’è ne corre: multisale aperte (due) e il resto (se è rimasto il resto di monosale uguali e d’essai) è tristemente chiuso (off-limits al 27 agosto…).

   Un terzo capitolo, quello di Madagascar, che ha potenzialità inespresse fin dal sottotitolo: la ricerca si ferma a pochi incontri e viaggi (MonteCarlo, Roma e Londra) prima di un ritorno allo zoo di Central Park (New York); tutto si svolge con frammentazioni di vita e ilarità più (o meno) riuscite. La DreamWorks mette in campo il duo Noah Baumbach-Eric Darnell nella sceneggiatura che vira (molto) bene nella prima parte, si impantana leggermente nel pre-finale e suggestiona gli affezionati (e i palati reconditi) nel finale.
   Alex, Marty, Melman e Gloria si trovano dispersi (e abbandonati) nella savana africana con una nostalgia incredidibile di tornare al loro zoo; hanno bisogno dell’aiuto dei pinguini che sono a MonteCarlo. E da lì (pensando di arrivare in incognito) che cominciano le loro peripezie (in stile 007 e formula uno, matrix e indy) con una lunga fuga per ‘colpa’ del Capitano Chantel (che fa collezione di trofei-animali… accalappiati); il piano per tornare a casa va in fumo con l’aereo dei pinguini; ma l’incontro casuale con gli animali di un Circo itinerante (Roma e poi Londra) spinge il gruppo ad unirsi. La voglia di risollevare la crisi del ‘Circo’ (con gli animali messi ‘fuori’) si trasforma in nuovi esercizi (‘americani’) e a Londra arriva un impresario newyorkese che potrebbe portare lo spettacolo nella Grande Mela. E quindi con la prospettiva di tornare ‘a casa’… (citazione di Marty, chiara ed evidente del marchio SKG)
   Una prima parte (dopo la breve introduzione africana) spassosa e gustosa dove si sorride con dolcezza pensando alle scorribande tra il Casinò e la Galleria di Formula Uno (contromano!) fino alla stazione e il treno-Circo in partenza. Battutario veloce e pimpante, a volte schematico e non pienamente persuasivo ma, si deve dire, che l’ingegno ‘messa-in-scena’ tiene viva l’attenzione e il gioco colori-inquadrature e fuori-schermo è veramente bello e disintossicante. Poi il meccanismo s’inceppa un po’ nei dialoghi (accademici?) tra tutti i partecipanti al Circo (la tigre Vitaly, il giaguaro Gia e il leone marino Stefano…oltre ad un orso poco persuasivo): un eccesso di spiegazione e un tono didascalico rovina per poco la festa allo spettatore. Poi il motore riparte con un ingranaggio effervescente appena New York si tocca. Un disegno che diventa ‘a  scoppio’ e ‘coriandoli’ con invasione di palloncini stile fine dell’anno o apertura del nuovo zoo (con la folla acclamante che ammira soddisfatta tutto lo spettacolo). La visuale cambia e il film si diverte a giocare con i personaggi facendoli allontanare, rotolare, volare e mostrare (a noi) che dovremmo bearci (totalmente) di ciò: una sfilata allegra e pimpante in piena regola!
   Scene da menzionare c’è ne sono: due quelle che vorrei citare. Alex appeso al treno tra un dirupo e una galleria che si diverte (mica tanto) a mettersi tra i due vagoni per non farsi schiacciare dalle montagne incombenti (‘è questo il trapezio americano’…gli suggerisce Gia). Poi l’entrata in scena dell’orsa Sonya: dal buio (del vagone) si intravede un fumo, poi due piccoli punti arrossati fino a due cerchietti incandescenti (citazione doppia e tripla di qualche e più film horror compreso..da leccarsi i baffi dopo il pesce mangiato). Una pellicola che antepone il gioco alla solidità narrativa, il vezzo arioso all’andamento etologico: in poche parole si prende in giro e non vuole essere serioso (quando tenta di farlo scade un po’ nel ‘prosaico’ non molto elegante). Diviso a metà dal punto di vista estetico ma si sorbisce come un limoncello per una scorpacciata di colori arcobanelizzati (bella la scena dell’andare oltre l’arcobaleno) e di voci chiassose. Central Park aspetta i suoi reucci con i pinguini che non si lasciano scappare l’occasione (anche questa volta) di irridere tutti e riderci sopra.
   Da menzionare (in positivo) le musiche espansive e rutilanti di Hans Zimmer (da aggiungere che l’arrivo del Circo a Roma prevede l’uso di ‘Partirò’ di Bocelli con tipi-di-inquadrature risapute –Vaticano, Colosseo e Stazione- ma tant’è non ci si deve meravigliare… anche se altri… ma lasciamo stare).
   Voto: 7+.

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