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Biancaneve e il Cacciatore

Regia di Rupert Sanders vedi scheda film

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La recensione su Biancaneve e il Cacciatore

di supadany
7 stelle

Anno intenso il 2012 per la figura di Biancaneve che tra la visione fantasiosa di Tarsem Sigh (“Biancaneve”) e quella spagnoleggiante in bianco e nero di Pablo Berger (“Blancanieves”) trova spazio anche in un blockbuster come questo diretto dall’esordiente Rupert Sanders che alterna la meraviglia dello sguardo a passaggi assai più convenzionali in una logica (commerciale) alla ricerca del più largo consenso possibile (operazione riuscita visti i 400 milioni di dollari d’incasso worldwide).

Dopo la morte del padre la piccola Biancaneve (Kristen Stewart) è costretta a vivere imprigionata, mentre la sua crudele matrigna (Charlize Theron) governa con malvagità il regno acquisito con l’inganno.

Una volta cresciuta Biancaneve riesce a fuggire, incalzata dagli uomini della regina e grazie al cacciatore Eric (Chris Hemsworth) riuscirà ad avventurarsi nella Foresta nera fino ad arrivare nel Santuario delle fate trovando lungo il percorso sette nani coraggiosi.

Le forze del bene (ancora una volta) riusciranno a mettersi insieme per contrastare il male.

 

Charlize Theron

Biancaneve e il Cacciatore (2012): Charlize Theron

 

Visione cupa, almeno per buona parte (va da se che è la migliore), insolita per un blockbuster che segue una linea narrativa assai semplice, ma condita da una visione estetica di buon valore che finisce con l’essere il valore determinante.

Scenografie quindi decisamente suggestive, appropriate e per tanti versi sorprendenti, la Foresta nera merita un ruolo di primo piano (anche se si poteva tranquillamente spingere sul pedale dell’horror in questo frangente), ma poi anche il castello sul mare in perenne tumulto, i villaggi diroccati della gente reietta e pure l’arcobaleno (temporaneo) offerto dal Santuario delle fate meritano una citazione.

Complessivamente discreta la prova del cast, a parte Kristen Stewart un po’ sottotono (come in “Breaking dawn capitolo 1” ancora una volta in pratica resuscita), Charlize Theron, che accetta di mostrarsi in vesti d’anziana, è una regina credibile nella sua malignità, così come Chris Hemsworth non ci mette molto a figurare come “Thor” in un altro contesto favolistico.

Nota a parte per i nani, tralasciando le polemiche per il fatto di non aver utilizzato nani veri, i volti noti (tanti e di attori spesso molto bravi), seppur alcune capigliature stridano, danno il loro contributo sia per bravura che per il glamour.

Funziona meno bene la sceneggiatura, snella ed aderente il giusto per buona parte (la semplicità di fondo porta pochi frutti, ma buoni), ma troppo precipitosa sul finale, semplicemente troppo accomodante e rapido, quando il resto non lo era stato (almeno non così marcatamente).

In sintesi si tratta di un film che pur pensando al soldo ha il suo perché e che offre una visione efficace soprattutto sul versante estetico intrattenendo a dovere.

Un po’ lacunoso, ma spettacolare.  

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