Regia di Rupert Sanders vedi scheda film
Avete visto Alice in Wonderland (2010)? In caso di risposta affermativa, potreste allora già avere una prima (ma precisa) idea di quale probabilmente finirà per essere il vostro giudizio in merito a questo film. E ovviamente vale anche il viceversa. Perché i due sono assai simili, nell'entità dei loro pregi e dei loro difetti.
Nulla da ridire per quanto riguarda la sua fattura "tecnica". Si assiste a una suggestiva esplosione di immagini e colori, in tutte quelle giuste atmosfere che sanno sempre come giovarsi del gusto della meraviglia, decantata pure dall'assai buona colonna sonora. Peccato solo che la sceneggiatura non sia all'altezza.
La trama è un mordi e fuggi di situazioni, sovente pure già viste altrove (ad esempio ne La Storia Infinita, Harry Potter o addirittura Il Signore degli Anelli), banalizzate, semplificate e ridotte all'osso o all'inverosimile, in una conduzione talmente approssimativa da riuscire ad annullare qualsiasi possibilità di trasporto emotivo. I dialoghi il più delle volte sono deludenti, limitati al riproporsi di noti cliché. I personaggi, poi, sono dilapidati nell'insignificanza: i nani hanno a dir tanto una decina di minuti a disposizione, durante i quali sono sostanzialmente ridotti all'inutilità e in cui il solo momento degno di nota sarà l'attimo di citazione di quel celebre "andiamo a lavorar" di Disneyana memoria; il cacciatore Eric (Chris Hemsworth) soffre della mancanza di una propria storia e mai sarà capace di emergere dal secondo piano; così come Biancaneve (Kristen Stewart), sebbene per motivi diversi, in parte a causa dell'attrice di scarso impegno o talento, in parte per il debole intreccio che la riguarda (privo forse dei dovuti approfondimenti), in parte per la bizzarra definizione della più bella del reame (con una simile regina, il confronto è perso in partenza... consiglio allo specchio un paio di occhiali!). Si salva invece la matrigna Ravenna (Charlize Theron): ella non ha eguali e domina la scena per carisma, bellezza, presenza scenica e intensità.
Il trailer è dunque ingannevole. Promette forti emozioni e pathos, che in realtà nel film latitano. Non è tutto da bocciare, intendiamoci. Solo, avrebbe potuto essere migliore assai, con un copione diverso dallo scialbo che purtroppo si è, al contrario, ritrovato ad avere. Ha la medesima consistenza di una bolla di sapone: un gradevole spettacolo finché dura, discretamente apprezzabile, ma del quale a breve termine non rimarrà alcuna traccia.
In questa moderna rielaborazione della famosa fiaba, il cacciatore diviene il protettore, il prezioso alleato e il mentore di Biancaneve. Egli la aiuterà ad attrezzarsi per riuscire a sopravvivere e a combattere la malvagia matrigna Ravenna. Biancaneve è infatti l'unica e la sola ad essere più bella della regina del male: per tale ragione quest'ultima è decisa a ucciderla, strappandole il suo cuore.
James Newton Howard, al solito, s'impegna più del dovuto e ci regala delle ottime musiche anche per i film più scadenti, che manco le meriterebbero. Di nuovo, la sua composizione è in grado di elevare il tutto dalla mediocrità.
La sceneggiatura. E l'attrice nel ruolo principale. Anche non famosa, purché più eloquente (e più bella della regina).
Un'improbabile Biancaneve, anonima, inespressiva e meno avvenente della regina.
Eric, il cacciatore. Solo discreto, perché non sfruttato appieno. Almeno così evita di sfigurare.
La regina Ravenna, sovrana indiscussa sia nella storia sia fra gli attori. Qui è la migliore e la più attraente.
Beith, il capo dei nani.
William, figlio di Hammond il Duca. Trascurabile.
Gort, il nano corrucciato.
Il nano Coll, fratello di Duir.
Muir il cieco, il nano più anziano, il quale ha il dono della premonizione.
Il nano Nion, la mano destra di Beith.
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