Regia di Rupert Sanders vedi scheda film
Seconda versione nello stesso anno di Biancaneve. In verita' e' sempre piuttosto curioso e non cosi' infrequente imbattersi in due progetti gemelli indipendenti che si sfidano per aggiudicarsi la preferenza del pubblico: e' successo anni fa con due James Bond, Octpussy contro l'apocrifo Mai dire mai; con Cristoforo Colombo, quello di Scott contro quello di John Glen; per un seguito de L'Esorcista, quello troppo colto di Schrader seppellito e rigirato dal piu' commerciale Renny Harlin; e proprio di recente in Francia anche per la trasposizione de La guerra dei bottoni, i cui due adattamenti sono usciti contemporaneamente sfidandosi in piena battaglia all'ultimo biglietto strappato.
Dopo la versione ironica, goliardica e kitch di Tarsem, dopo la diva Julia cattivella divertita e spesso divertente, ecco la versione gotica con un'altra attrice da Oscar, l'eterea Charlize, qui serissima nella sua missione di vendetta e di morte alla ricerca dell'eterna giovinezza che neppure il piu' prestigioso dei poteri e la piu' importante delle ricchezze riesce a garantire per l'eternita'. La storia, di ambientazione certamente suggestiva, ma meno fantastica e sopra le righe di quella di Tarsem, e' piuttosto appassionante, soprattutto se si ha l'eta' giusta per affrontarla. Cio' che di positivo probabilmente rimane a chi, come me, non gode piu' delle primavere necessarie ed ideali per affrontare una favola come questa, e' l'antitesi tra le due bellezze contrapposte: quella giovane e tenace di Kirsten Stewart, bella piu' per la freschezza incorruttibile e potente della giovane eta' che sta vivendo (nel film come nella realta), contro quella sofisticata, fine, ben piu' seducente e ricercata, ma effimera di Charlize Theron (pure lei nel film come nella vita reale): una perfezione che basta un soffio di vento per scalfire, e che - nella finzione filmica - necessita di un "mantenimento" che va a scapito delle giovinezze altrui. Insomma alla forza della bellezza giovane di Biancaneve, qui nei panni tosti e rivestiti di armatura come una nuova eroica Giovanna D'Arco, si contrappone una sua debolezza fisica che viene facilmente surclassata dalla cattivissima Ravenna, che viceversa alla fragile perfezione mutevole del suo corpo innaturalmente intatto, contrappone una forza fisica maggiore, ottenuta grazie all'utilizzo di una magia nera coltivata col tempo e con l'inganno.
"Ogni popolo ha bisogno della sua regina", osserva inoltre la malefica sovrana, e mai come oggi una frase del genere risulta piu' appropriata, in seguito a lunghe esperienze di malgoverni e ruberie che hanno caratterizzato questi anni da "favola nera e gotica" che supera ogni piu' accesa fantasia.
Insomma un film appassionante? Mah insomma non esageriamo; accattivante quello gia' di piu'. Alla mia nipote dodicenne con cui sono andato a vederlo, il film e' piaciuto, tutto sommato, e questo e' buona cosa. Da zio fuori eta' massima non posso che rilevare, tra gli aspetti positivi del film, un cast eccezionale, soprattutto per quel che attiene alle figure degli "8 nani" (poi ridotti a sette grazie al nobile sacrificio di uno di loro in favore della giusta causa), qui interpretati da una serie di illustri attori tra i migliori della tradizione teatrale e cinematografica britannica degli ultimi vent'anni.
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