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Trama

In occasione del Leone d'Oro alla carriera, consegnatogli alla 68ma edizione del Festival del Cinema di Venezia, il regista Marco Bellocchio rimette mano al suo capolavoro del 1973, con lo scopo di attualizzarlo e ripulirlo dagli appesantimenti ideologici, presentando una versione tagliata di ben 20 minuti della storia del ribelle e indomito Angelo (Yves Beneyton), rinchiuso in un collegio di lusso per aver preso a calci e schiaffi il padre.

Note

Accorciato dal regista dopo l’anteprima al New York Film Festival del 12 ottobre 1971 dai 115 minuti originari ai 107 della prima proiezione pubblica del 7 settembre del 1972, Bellocchio ha scelto di rimettere le mani per la terza volta su un film ambizioso e complesso oggi ridotto a 83 minuti. Il nuovo montaggio elimina numerosi momenti che servivano a sottolineare la dimensione claustrale dell’istituto. Girato a Roma presso l’ex liceo Massimo, Nel nome del padre, oggi ancor più di ieri, si conferma politicamente ineludibile oltre che capolavoro visionario di Marco Bellocchio, uno dei nostri creatori di forme filmiche più audaci e necessari di sempre.
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LorCio di LorCio
8 stelle

Il cinema di Marco Bellocchio, col passare degli anni, si è caricato di movimento. È un cinema di movimenti soprattutto fisici, esplicitati da uno stile anarchicamente rigoroso nella sua rapidità ellittica. Se nella prima parte della sua complessa quanto esaltante esperienza artistica, l’uomo di Bobbio privilegia il movimento interiore, che sia esso esplicato da un… leggi tutto

2 recensioni positive

2013
2013

Recensione

FilmTv Rivista di FilmTv Rivista
8 stelle

Nel nome del padre, terzo lungometraggio di Marco Bellocchio, giunge dopo Discutiamo, discutiamo, segmento del film collettivo Amore e rabbia. Il regista nell’episodio del film interpreta un docente di Filosofia che s’ispira ai precetti di Benedetto Croce. Contestato dagli studenti maoisti, per porre fine alla rivolta ricorre alla polizia che carica brutalmente i ragazzi. Istantanea free…

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2012
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2002
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