Regia di Carl Rinsch vedi scheda film
Era corsa la voce che Keanu Reeves aveva inizialmente considerato di esordire alla regia con questo film,poi il progetto aveva mantenuto l'attore come protagonista,ma era passato nelle mani di un altro debuttante alla regia,Charles Hirsch.Avrebbe dovuto rappresentare,nelle intenzioni,il rilancio commerciale della star di "Matrix",ma non ha raccolto le cifre necessarie ad essere considerato un grande successo;inoltre,ha avuto perlopiù critiche negative.Però,tanta veemenza contro questa avventurona in terra nipponica,che racconta,in versione sospesa tra fantastico e film sui samurai (qui rimasti senza padrone,quindi randagi ronin),una leggenda su 47 guerrieri che si opposero strenuamente ad uno shogun (un signore della guerra) nel 1700,per vendetta, appare anche ingiustificata. Il film si dipana come, appunto, una saga di passioni e onore da riconquistare, con combattimenti contro nemici in carne e ossa e spiriti maligni, con grandi scontri e disgressioni nel fantastico puro,approdando ad un finale che,inversamente a "L'ultimo samurai",il quale perdeva colpi proprio in conclusione,fa guadagnare punti alla pellicola. Per l'aura romantica e senza ricerca assoluta dell'happy ending, e per essere inquadrato in una cultura che distingue un gesto assurdo come il suicidio, se fatto con cerimoniale e per codice d'onore,appunto,con coerenza rara in un film dalle forti ambizioni commerciali. Lo spettatore appassionato di duelli e battaglie,e quello che segue con interesse il cinema che si nutre di antiche leggende e scenari fantastici,con creature fiabesche, si incontreranno e possono trovare un buon intrattenimento con questo lungometraggio.
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