Regia di Carl Rinsch vedi scheda film
«Conoscere la storia dei 47 ronin è come conoscere la storia del Giappone», recita all’inizio del film una voce fuori campo, ma qui il Giappone è davvero altrove. L’idea di un kolossal americano sulla principale mitologia del Sol Levante, quella dei 47 ronin, benché recitato in inglese, poteva pure starci, a patto di dimenticarsi completamente che Asano, il signore feudale, o Oishi, il capo dei ronin qui interpretato da Hiroyuki Sanada, sono gli stessi personaggi del capolavoro di Mizoguchi La vendetta dei 47 ronin. Anche l’idea di aggiungere una figura “occidentalizzata” come quella dell’eroe/cenerentolo interpretato da Keanu Reeves, un paria abilissimo con la spada, poteva avere una sua funzionalità. Il problema è quindi la confezione, e non intendiamo la scenografia sfarzosa e i costumi un po’ stucchevoli ma sgargianti, quanto la regia “digitale” che saltabecca in una improbabile dimensione fantastica, dove convivono mutanti, streghe, mostri a sei occhi, velenosi ragni viola e altre creature solo lontanamente ispirate all’iconografia nipponica, con superficiali ricostruzioni storiche e una narrazione ridotta al grado zero. Non siamo lontani dalle “fiabe” hollywoodiane di ultima generazione (film micidiali tipo Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe), e anche in questo caso il modello, più che il chanbara dei samurai, sono i videogame.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta